Molte delle tecnologie già in uso nelle aziende, come il digital twin, ma anche istanze virtuali come le criptovalute e gli NFT, per non parlare della rivoluzione annunciata del Metaverso, nascono, vivono e si muovono in una realtà che non è né fisica né digitale, ma una fusione tra le due. E’ ciò che viene chiamato il Phygital, dalla fusione tra l’inglese physical e digital, che sta a indicare una dimensione virtuale che con la digitalizzazione e l’iperconnettività nella vita di tutti i giorni ha assunto una propria consistenza stabile e in qualche modo strutturale.
Si potrebbe vedere il phygital come una evoluzione dei sistemi cyber-fisici, oggetti del mondo fisico che grazie a sistemi informatici integrati sono in grado di connettersi alla rete e trasmettere dati e informazioni relative al loro stato e funzionamento. Ad oggi, la pervasività della digitalizzazione fa quindi sì che ogni attività e comportamento nel mondo fisico lasci dietro di sé tracce digitali, generando una scia di dati che vengono raccolti e conservati nello spazio figitale, grazie alla sua memoria rappresentata dal cloud. Alla base stanno naturalmente le tecnologie IoT e i sensori, che raccolgono e trasmettono dati in tempo reale relativi agli oggetti e ai processi in cui sono installati. La pandemia ha quindi portato una spinta negli investimenti in soluzioni digitali nelle imprese, emancipando lo smart working. Questo ha in particolare sostituito la modalità in presenza delle interazioni tra le persone con una nuova modalità di presenza a distanza e di esperienze da remoto, che in fase di distanziamento sociale hanno consentito di continuare a effettuare, e in molti casi reinventare, una serie di attività. La digitalizzazione ha così portato alla creazione di reti collegate, condivise e collaborative di saperi e competenze, con dati e informazioni provenienti da ogni punto della catena di valore di macchine e impianti, così come dei soggetti a vario titolo coinvolti nella progettazione, produzione e utilizzo degli asset.
Piattaforme software, strumenti di analytics, AI e machine learning sono quindi un altro ingrediente tecnologico fondamentale del mondo phygital, provvedendo all’analisi ed elaborazione della massa critica e sempre più completa di dati che in misura sempre maggiore confluiscono nella dimensione figitale. Cloud e edge computing contribuiscono qui a rendere ancora più solida, efficiente e puntuale la base di informazioni e le capacità di elaborazione proprie del phygital. In prospettiva, connettività 5G e quantum computing amplificheranno quindi le potenzialità dell’universo figitale, aumentando velocità e portata di trasmissione dei dati e capacità computazionale.
A questo livello, gli strumenti di analytics nel mondo figitale trasformano i dati in informazioni utili a supportare le decisioni nel mondo fisico, portano a nuovi livelli la capacità della mente umana di estrarre pattern e regolarità dai flussi informativi, amplificando lo spazio di esplorazione della conoscenza. Trovando nuovi modi e strade innovative per concettualizzare, ordinare e regolare la realtà, ottimizzando macchine, prodotti e processi. Il phygital a questo stadio instaura una relazione di causalità inversa, per cui non sono più solo gli asset fisici a generare cambiamenti nelle loro copie digitali, ma è lo stesso mondo digitale che produce e genera potenziali cambiamenti e nuove efficienze, in termini di performance, qualità e consumo energetico e di materie prime, che si ripercuotono nel mondo fisico. Il tutto grazie a tecnologie di automazione, dispositivi IoT, sensori e controlli in grado non solo di trasmettere ma anche di ricevere dati e input digitali, già diffusamente impiegati nell’industria e in virtù dei quali il phygital può arrivare a gestire e implementare migliorie anche in maniera automatica e senza necessariamente l’intervento dell’uomo.
Il digital twin rappresenta quindi la perfetta estensione figitale della relazione tra un asset fisico e la sua copia digitale. Una sorta di simulacro digitale della macchina, che viene alimentato dai dati del prodotto e dai dati del suo utilizzo, evolvendo in parallelo a ciò che accade alla macchina nel mondo fisico. Strumenti di simulazione e modellazione basati sulla AI provvedono quindi a proiettare il gemello digitale in ottica predittiva, prevedendo l’evoluzione dello stato della macchina e del processo e generando nuove soluzioni e innovazioni che vanno a impattare l’efficienza e le prestazioni del sistema fisico lungo tutto il suo ciclo di vita.
Dalla progettazione al commissioning, alla manutenzione predittiva dell’asset, il digital thread sempre più completo e costante che fluisce tra costruttori e utilizzatori crea quindi uno stretto legame di collaborazione e partnership che può dare vita a nuove esperienze d’uso e forme di estrazione di valore. Nuovi modelli di business che si muovono nell’ecosistema della servitizzazione, che non solo offrono agli utenti una user experience a valore aggiunto caratterizzata da maggior efficienza e disponibilità degli asset, flessibilità e personalizzazione. Il valore estratto dalla servitizzazione va infatti a vantaggio anche dei costruttori, che possono sfruttare il flusso di dati applicativi di ritorno dal cliente per portare innovazione e migliorie alle macchine. Fino a poter comprendere e anticipare bisogni ed esigenze dell’utilizzatore, offrendo in tal modo una user experience migliorata e fidelizzante.
Il Metaverso è infine la meta verso cui sembra muoversi oggi il mondo phygital, dove il senso e il sapore della compresenza contribuirà a rendere l’interazione a distanza tra le persone ancora più immersiva e profonda, sempre più vicina alle esperienze del mondo fisico. Un livello ulteriore del mondo figitale dunque, che oltre a infrastrutture IoT e tecnologie più avanzate richiederà la raccolta completa e in tempo reale dei dati relativi a prodotti e macchine, delle informazioni relative al loro utilizzo e alla configurazione del contesto in cui queste operano.