Mentre la pandemia globale da coronavirus mette in sofferenza gli ospedali in tutto il mondo, la community dei makers e delle aziende che operano nell’additive manufacturing raccoglie le forze e risponde pronta da ogni parte del globo. Dalle maschere protettive stampate in 3D, alle valvole per i respiratori, fino a dispositivi per limitare il diffondersi del Covid-19, sono infatti tantissime le storie di soluzioni innovative che mettono a frutto potenzialità e versatilità estreme della tecnologia additiva per contenere la diffusione del virus e aiutare nella curare dei malati.
Un bellissimo esempio lo ha dato l’Italia, con le valvole Venturi stampate in 3D in situazione di emergenza dalla start-up Isinnova, per aiutare l’ospedale di Chiari in difficoltà per carenza di componenti essenziali al funzionamento dei respiratori in terapia sub-intensiva. Questa insieme a molte altre storie vengono riportate a questa pagina del sito 3Dprinting Industry dedicata al contrasto al coronavirus, in continuo aggiornamento giornaliero.
A poche ore di distanza dalla storia delle valvole stampate dalla startup italiana, è giunto anche dall’Europa la Call to action di Cecimo rivolta a tutte le aziende europee nel comparto additivo a contribuire laddove in grado di produrre componentistica medicale per aiutare gli ospedali messi allo stremo dal Covid-19. “Credo che il settore dell’additive manufacturing possa giocare un ruolo importante nel sostegno agli operatori ospedalieri nel mezzo di questa emergenza – ha dichiarato a tale proposito Filip Geerts, direttore generale di Cecimo -. Ad ogni modo, è nell’interesse di tutti che si mettano da parte in questo momento tutte le questioni normative, per poter procedere in fretta e in modo tale che niente possa ritardare delle azioni immediate”.
Un’aggiunta molto importante, con riferimento al fatto che in questo momento di grave emergenza sanitaria mondiale questioni legate a infrazione di proprietà intellettuale e autorizzazioni a produrre materiale medicale debbano essere messe in qualche modo in secondo piano, o comunque velocizzate e agevolate, dando assoluta priorità alla salvaguardia delle numerose vite umane in gioco. Cecimo invita quindi tutte le aziende del settore additivo interessate a contribuire a contattare Filip Geerts (filip.geerts@cecimo.eu) o Vincenzo Belletti, Policy Innovation Manager Cecimo (vincenzo.belletti@cecimo.eu).
Moltissimi, interessanti e curiosi sono quindi gli esempi che ogni giorno allungano l’elenco di storie e invenzioni per contrastare il Covid-19, come ad esempio il dispositivo inventato da Materialise, un accessorio che consente di aprire le porte servendosi dell’avambraccio e senza dover toccare con le mani la maniglia, uno dei primi veicoli per virus e batteri. Mentre l’azienda ha messo a disposizione il file dell’accessorio in free download, la spagnola BCN3D ha sviluppato con il supporto degli ingegneri del CIM-UPC un accessorio per maniglie alternativo che consente sempre l’apertura delle porte senza l’ausilio delle mani ma che non richiede l’impiego di viti per il montaggio.
Un produttore cinese di attrezzature per protezione individuale ha invece messo a disposizione il proprio parco di oltre 200 stampanti 3D per progettare e realizzare speciali occhiali di sicurezza, stampandone ad oggi oltre 5.000 paia che sono state donate agli ospedali cinesi, proseguendo nella produzione al ritmo di 2.000 pezzi al giorno e puntando a incrementare la produzione giornaliera a 10.000 paia.
Molte sono quindi le aziende, normalmente attive in comparti estranei al medicale, che mettono a disposizione le proprie linee produttive per la produzione di ventilatori e altri dispositivi medicali. E’ il caso di alcune case automobilistiche, Ferrari con Magneti Marelli in Italia ed FCA, e di Volkswagen, che ha messo a disposizione le 125 stampanti 3D industriali di cui dispone per realizzare equipaggiamenti medicali per contrastare la pandemia da Covid-19.
Stratasys ha invece mobilitato le proprie risorse globali nel settore additivo realizzando già un primo progetto che porterà a produrre 5.000 schermi facciali protettivi stampati in additivo, composti da una struttura di sostegno stampata in 3D e da uno schermo trasparente per la protezione totale del volto degli operatori sanitari.