Industry 4.0 Fund, ciclo di incontri con Quadrivio Group e MADE CC
23/06/2021
Industry 4.0 Fund Quadrivio Group private equity

A partire da giugno e fino all’ultimo appuntamento previsto per il 14 luglio, ha preso avvio il Progetto Awareness di Industry 4.0 Fund, il fondo di Private Equity di Quadrivio Group che investe nell’innovazione tecnologica e nella transizione digitale delle PMI italiane nel settore manifatturiero e dei servizi.

Nel ciclo di incontri in programma, dedicati alla formazione su Industria 4.0, tre delle partecipate del Fondo condivideranno la loro esperienza nel laboratorio tecnologico del MADE Competence Center di Milano, raccontando come hanno sperimentato e adottato al loro interno lo spettro delle tecnologie digitali. Si tratta nello specifico di Rototech, che progetta e produce con la tecnica del rotostampaggio componentistica in plastica per il settore industriale, agricolo e construction; Fedegroup, attiva nei servizi della ristorazione alberghiera; Epi, società ‘click and brick’ specializzata nel merchandising sportivo che gestisce i negozi ufficiali fisici e online dei migliori club calcistici italiani e di altri importanti marchi internazionali.

Il ventaglio di tecnologie e soluzioni implementate include progettazione virtuale, logistica digitale, robotica e augmented working, IoT applicato a prodotti e servizi, manutenzione predittiva e manifattura additiva, big data e tracciamento del comportamento clienti.

La scarsa conoscenza delle potenzialità offerte da Industria 4.0 da parte di manager e imprenditori condiziona e limita in modo significativo l’adozione di strategie che permetterebbero alle PMI italiane di competere meglio in uno scenario come quello odierno, sempre più complesso e frammentato. Il progetto nasce da questa consapevolezza, e a confermare la necessità di una maggiore sensibilizzazione al tema è Roberto Crapelli, managing partner di Industry 4.0 Fund: “Crediamo molto in questa iniziativa. Si chiama Progetto Awareness perché intende sottolineare la necessità di una maggiore consapevolezza circa la necessità di utilizzare al meglio le tecnologie Industry 4.0 per raggiungere nuovi e ambiziosi obiettivi”.

Dopo i primi due incontri del 9 e 10 giugno, in sessione plenaria con il management delle tre società in portafoglio e un primo workshop dedicato a Rototech, si prosegue quindi il 30 giugno e il 14 luglio con i due workshop dedicati rispettivamente a Fedegroup ed Epi.

In dettaglio, Rototech grazie alle tecnologie innovative di Industria 4.0 è diventata totalmente Esg (environment, social e governance), con la produzione di serbatoi in grado di ridurre il grave danno ambientale dei motori diesel. L’azienda ha ridotto il tempo di sviluppo di nuovi prodotti da cinque mesi a tre settimane, grazie all’implementazione di tecnologie innovative, aumentando la propria competitività sul mercato. Grazie alla tecnologie di Industria 4.0 il produttore ha quindi valorizzato la propria flessibilità e la capacità di produrre serbatoi di ogni conformazione, in modo quasi artigianale. Un esempio è il serbatoio a forma di scaletta per le macchine movimento terra in campo agricolo, che consente di guadagnare spazio fisico all’interno dell’attrezzo, offrendo un maggiore piegamento e una produttività incrementata.

Il secondo caso è quello di Epi, che con la digitalizzazione ha valorizzato l’esperienza di acquisto dei tifosi. “Abbiamo industrializzato tutto il processo che valorizza il tifoso – afferma Crapelli -. L’acquisto della maglietta della squadra del cuore è emotivamente collegato alla partita, quindi diventa oggetto caro. Con la digitalizzazione il compratore può seguire tutta la fase di produzione, vedendo in quale stadio si trova. L’esperienza di acquisto diventa così più sofisticata, valorizzando l’emotività dell’acquirente“.

Fedegroup è invece un fornitore di primo piano nei servizi della ristorazione alberghiera. La società ha sfruttato a proprio vantaggio la chiusura forzata dei punti ristoro durante la pandemia per accelerare la messa a punto dei progetti per valorizzare non solo il prodotto, ma anche il processo di acquisto legato al gusto del cliente e le caratteristiche territoriali del made in Italy. “Stiamo ideando una sola centrale di acquisto digitalizzata – spiega ancora Crapelli – in grado di tracciare gli acquisti di ogni singolo cliente, in modo da disporre di un formidabile database, che garantisce la totale sicurezza e privacy. Da questo si potrà attingere per creare per ogni cliente un’esperienza del gusto al 100% personale tenendo conto sia delle sue preferenze che dei prodotti tipici del territorio in cui si trova il ristorante. Il menù potrà poi variare in base alle stagioni e al cambiamento delle tendenze”.

Se Industria 4.0 si è focalizzata sull’implementazione delle tecnologie abilitanti, l’Industria 5.0 si estende ed abbraccia le problematiche socio-ecologiche.

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