Cluster Fabbrica Intelligente, 21 nuovi soci sul fronte industriale
01/06/2021
Cluster Fabbrica Intelligente

Il fronte industriale della base associativa del Cluster Fabbrica Intelligente si rafforza con l’ingresso di 21 nuove realtà. A motivare l’entrata delle aziende nel Cluster sono innanzitutto la sua dimensione di ecosistema, quindi le relazioni che si instaurano al suo interno che favoriscono il dialogo sull’evoluzione di tecnologie chiave per lo sviluppo futuro della manifattura. Con un ruolo molto attivo e proattivo svolto dal Cluster.

Nello specifico le 21 nuove realtà associate sono Wärtsilä Italia di Trieste, Dgs di Roma, Tema Energy di Bergamo, I40saas di Padova, Seco di Arezzo, Video Systems di Udine, Thinkinside di Trento, Ubiquicom di Milano, Biancolini Symbol di Bologna, Scao Informatica di Brescia, Safety Job di Bergamo, Dassault Systèmes ItaliaFores Engineering di Forlì-Cesena e Efeso Consulting di Milano, HP Italy, AutodeskIdrotherm 2000 di Lucca, Servitly di Lomazzo, Isapiens di Milano, Canon ItaliaNokia Solution and Networks.

L’unico tavolo nazionale che associa tutti i portatori di interesse per il manifatturiero avanzato include così multinazionali del software e delle tecnologie, insieme a poli leader nel trasferimento tecnologico come Kilometro Rosso e importanti aziende manifatturiere italiane. L’espansione continua quindi anche sul territorio nazionale, con organizzazioni regionali Comet Friuli Venezia Giulia, Sviluppo Umbria, Cluster Lucano Automotive, Hub Innovation Trentino che hanno ricevuto dalle rispettive Regioni la delega per rappresentarle all’interno del Cluster. Portano così a 11 il numero degli enti territoriali presenti, e che dovrebbero salire a 15 nei prossimi mesi con anche l’arrivo di Campania, Abruzzo, Lazio e Toscana.

Luca_Manuelli_Presidente_Cluster_Fabbrica_IntelligenteUn allargamento continuo e importante che secondo Luca Manuelli, presidente del CFI oltreché cdo di Ansaldo Energia e ceo di Ansaldo Nucleare, è segno della determinazione con cui nel 2020 l’associazione ha portato avanti la sua attività, nonostante le difficoltà legate al Covid-19. Proprio a fronte dello scenario in cui la pandemia ha inserito la manifattura italiana, il Cluster ha infatti saputo in breve tempo riallineare la propria missione. Ad esempio, a seguito della disarticolazione delle filiere e del calo della domanda, il Cluster ha attribuito maggior rilievo alla resilienza di sistema, e cioè alla capacità delle imprese manifatturiere di reagire positivamente alle avversità e di superare eventi traumatici. Lo ha fatto mettendo al lavoro una task force di 50 esperti che ha prodotto il documento, ‘Produrre un Paese Resiliente‘, una proposta diretta al decisore politico.

Cluster fabbrica intelligente resilienza imprese

La continua operatività del CFI ha inoltre portato ad accordi con i cosiddetti Pathfinder, aggregando nomi come Sap, Cisco, Siemens e Deloitte, partner tecnologici chiamati ad aiutare il Cluster a focalizzare le traiettorie di sviluppo di tecnologie abilitanti in cui sono esperti per in qualche modo predirne il futuro. Fronte sul quale la dimensione di ecosistema e di condivisione di competenze ed esperienze all’interno dal CFI aiuta anche le aziende associate a comprendere meglio il panorama, in un contesto in cui singolarmente le aziende oggi faticano a fare proiezioni.

A motivare le adesioni vi è infine l’opportunità di partecipare a iniziative a favore di politiche industriali efficaci. CFI lavora infatti alla definizione di importanti documenti, tra cui la Roadmap che mira sia a indirizzare le attività di ricerca e innovazione delle aziende sia a proporre agli organi istituzionali – quali i Ministeri – percorsi di approfondimento su cui indirizzare politiche industriali mirate. Dopo una prima versione quinquennale, l’anno scorso sette Gruppi tematici tecnico scientifici (Gtts) formati da esperti, docenti universitari e soci del cluster hanno iniziato la redazione della seconda, che sarà terminata fra qualche settimana e sottoposta in anteprima per revisione agli associati. In tale ottica, essere soci del CFI permette quindi di partecipare alla scrittura del futuro della manifattura.

salvatore-majorana-kilometro-rosso fabbrica intelligenteSono quindi molteplici le motivazioni che spingono le varie realtà a partecipare attivamente alle operatività del CFI, a partire da Kilometro Rosso: “L’adesione al CFI è per noi un passaggio naturale nello svolgimento della nostra missione – spiega Salvatore Majorana, direttore del Kilometro Rosso -. Il nostro Innovation District, infatti, è da sempre attivo nella creazione di un sistema di relazioni tra ricerca e impresa che permettano ai nostri partner di trovare risposte efficaci ai loro fabbisogni di innovazione, con una particolare attenzione ai sistemi industriali. Con lo stesso obiettivo siamo infatti anche tra i fondatori del Dih di Bergamo, del Competence Center Made e di progetti di aggregazione come il JOiiNT Lab, il laboratorio sulla robotica insediato nel nostro campus. Con il Cluster Fabbrica Intelligente riusciremo a portare maggior valore alle imprese che con noi ricercano soluzioni innovative per i loro prodotti e processi, affiancandole nella creazione di relazioni e nella ricerca dei necessari finanziamenti”.

La presenza di realtà come HP Italy e Autodesk mira invece alla condivisione di competenze ed esperienze nella tecnologia additiva, come spiega Gino Rincicotti, Emea marketing manager 3D printing & digital manufacturing di HP: “Da 15 anni siamo entrati nel mondo della stampa 3D: è il tema sul quale vogliamo confrontarci con l’ecosistema del Cluster. Circa le modalità, è un ragionamento che stiamo facendo. Ad esempio, potremmo attivarci nei Gtts, ad esempio quello sui sistemi produttivi innovativi (Gtts5): tra le tematiche prioritarie in quest’area c’è anche l’additive manufacturing. Ora vedremo quale strada intraprendere”.

hp- additivo multi-jet-fusion fabbrica intelligenteNel comparto AM, HP ha inventato la tecnologia Multi Jet Fusion, inizialmente immessa sul mercato con due linee di prodotto, basata su polveri e senza impiego di laser. Il letto di polvere viene riscaldato all’inizio in modo uniforme. Viene poi depositato un agente di fusione nei punti in cui è necessario fondere selettivamente le particelle; un agente di rifinitura viene depositato intorno ai contorni, per migliorare la risoluzione delle parti. Mentre le lampade passano al di sopra della superficie del letto di polvere, il materiale depositato cattura il calore e contribuisce a distribuirlo in modo uniforme.

“L’additive manufacturing è una tecnologia nella quale stiamo investendo molto – spiega quindi anche Samuele Gallazzi, sales account executive di Autodesk Italia -. È un tema fondamentale, di processo, per cui è importante confrontarci in materia con la manifattura più importante d’Italia, quella che il Cluster esprime. Bisogna fare il punto sui progressi e sulle evoluzioni future di questo genere di stampa. Pertanto, vogliamo anche far parte dei gruppi che scrivono la Roadmap”. La stampa 3D per Autodesk si inserisce quindi in un percorso che può riguardare i gemelli digitali e il generative design, e cioè tecnologia che, grazie all’apporto di cloud e intelligenza artificiale, può affiancare designer e progettisti attraverso una serie di soluzioni geometriche.

“Stiamo valutando l’attività dei gruppi di lavoro per capire in quale di essi portare le nostre competenze – dichiara infine Gianluca Venere, chief innovation officer di Seco – che sono attualmente molto diversificate. Dobbiamo capire in quali ambiti possiamo essere più utili”. Seco si occupa da circa quarant’anni di IoT, argomento del quale si tratta, ad esempio, nel Gtts6. L’azienda produce elettronica embedded per i settori medicale, trasporti, Difesa e industria manifatturiera, collegando MES, ERP, e digital twin nelle fabbriche. Negli anni l’azienda ha esteso le proprie competenze realizzando microcontroller Edge dotati di AI embedded, e soprattutto la piattaforma Clea, che integra intelligenza artificiale, IoT, cloud computing e Big Data analysis.

“È una soluzione completa che consente all’azienda che la utilizza di ridurre il time-to-market (nella fabbricazione e nel rilascio dei prodotti) e di raggiungere più agevolmente i propri Kpi” spiega Venere. E proprio a marzo scorso, Seco e Microsoft hanno annunciato un accordo in base al quale Clea verrà nativamente ospitata sulla piattaforma cloud Azure e sarà resa disponibile a livello globale sul marketplace del colosso americano, facilitando l’utilizzo della soluzione integrata da parte dei clienti, dei system integrator e dei business partner dei due gruppi.

Se Industria 4.0 si è focalizzata sull’implementazione delle tecnologie abilitanti, l’Industria 5.0 si estende ed abbraccia le problematiche socio-ecologiche.

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