ITALIA 4.0_2021

19 ITALIA 4.0 2021 altri non ne vedono”. Oggi, nelle realtà azien- dali più avanzate: da Amazon a Google, fino a Microsoft e Oracle, ma non poi così diverso an- che per le PMI, l’utilizzo dei Big Data e la gestio- ne delle problematiche complesse sono aspetti solo tecnici oppure per gestirli c’è bisogno di una visione più ampia? Come il lato umano può intervenire in un contesto altamente tecnologi- co? All’innovazione può affiancarsi un pensiero che affonda le radici nella filosofia più classica? Insomma, per questi tecnicismi serve un approc- cio nuovo, imprevedibile e diverso? “Siate folli, siate affamati”, disse Steve Jobs, una delle per- sonalità più visionarie della nostra epoca. L’in- tervento di Paolo Spinicci, professore ordinario di Filosofia teoretica e presidente del corso di laurea in Scienze filosofiche dell’Università Sta- tale di Milano, ci forniscono alcune risposte. Tecnica e filosofia “Non ho un’esperienza diretta della vita e del lavoro aziendale - ha esordito Spinicci -, ma penso che gli intellettuali, per usare questa parola che è diventata nel tempo così difficile da usare, abbiano più o meno dappertutto la stessa funzione: se hanno un’utilità è perché sono per professione costretti a mantenere uno sguardo che vada un poco più in là della con- tingenza dei problemi”. E ha continuato: “Tal- volta è utile guardare ai problemi da una certa distanza: aiuta a comprendere che cosa nelle difficoltà in cui ci si imbatte è davvero nuovo e che cosa sia in fondo una riformulazione di pro- blemi antichi per cui esistono già soluzioni. Non è facile farlo: alla dimensione della libertà intel- lettuale e alla capacità di comprendere proble- mi di natura e di ambito differenti, si deve po- ter affiancare la consapevolezza dell’importan- za della dimensione tecnica dei problemi”. Se c’è una capacità che gli intellettuali - e i filosofi - dovrebbero avere è la curiosità: è la capacità di ascoltare e di capire, senza la quale la filosofia rischia di diventare un esercizio inutile. Insom- ma, gli intellettuali presuntuosi che guardano i problemi dall’alto, trascurando la loro specifi- cità tecnica non servono a nulla: uno sguardo libero ed eccentrico che veda i problemi in una prospettiva più ampia, mantenendo tuttavia la capacità di ascolto e di comprensione della spe- cificità tecnica delle questioni che affronta può essere invece molto utile. Oggi, nelle realtà industriali più articolate l’u- tilizzo dei Big Data, gestione di problematiche complesse, ecc. sono aspetti solo tecnici oppure per gestirli c’è bisogno di una visione più am- pia? “Non credo abbia senso contrapporre l’u- na all’altra la tecnologia e il lato umano, perché la tecnica è una delle cose che più ci caratteriz- zano e che più ci appartengono come specie – dice Spinicci -. Penso tuttavia che, proprio per questo, sarebbe sciocco credere che di fronte ai rivolgimenti che la tecnica - e penso soprat- tutto all’intelligenza artificiale, ma anche alle molte forme di utilizzo dei Big Data, - si possa ragionare rimanendo chiusi nella sola dimensio- ne tecnica del problema”. E rimarca: “Sarebbe sciocco da un punto di vista politico ed econo- mico insieme, perché tutte le innovazioni che comportano radicali cambiamenti nelle forme di vita degli uomini devono essere discusse nel loro impatto sociale e comprese nel loro signi- ficato complessivo, perché solo così possono es- sere ridotte (vorrei dire evitate, ma non lo credo possibile) reazioni scomposte di rifiuto del futu- ro e delle possibilità che ci offre. Il risorgere di posizioni che si credevano superate da tempo - il rifiuto irrazionale dei vaccini, per esempio o il timore che il 5 G possa essere nefasto - non sono Nelle realtà industriali più articolate l’utilizzo dei big data, gestione di problematiche complesse, IoT ecc. non sono aspetti solo tecnici. (Foto Eli Digital Creative da Pixabay) Paolo Spinicci, professore ordinario di Filosofia teoretica e presidente del corso di laurea in Scienze filosofiche dell’Università Statale di Milano.

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