Vale 1,7 miliardi il mercato italiano dei Big Data Analytics nel 2019
13/12/2019
big data analytics Osservatori PoliMi

Il mercato Big Data Analytics in Italia ha raggiunto quota 1,7 miliardi di euro nel 2019, in crescita del +23% sull’anno precedente e in raddoppio rispetto a quanto lo stesso comparto valeva nel 2015 (790 milioni). Sono i dati contenuti nell’ultimo Osservatorio Big Data Analytics & Business intelligence della School of Management del Politecnico di Milano.

La spesa è trainata dalla voce software, che assorbe il 47% degli investimenti delle aziende, impiegato in primo luogo per visualizzazione e analisi dei dati, oltreché come strumento per data ingestion, integrazione, preparazione e governance. Il 20% della spesa è quindi diretto alle infrastrutture per abilitare gli analytics e offrire capacità di calcolo e di storage, con il cloud in testa. Servizi di personalizzazione del software, integrazione con i sistemi esistenti e consulenza per ri-progettazione dei processi valgono il 33% della spesa.

Il settore bancario è in prima fila per investimenti, con il 28%, seguito dal 24% dal manifatturiero, dal 14% di telco e media, 8% di servizi, GDO e retail, 6% a parità per assicurazioni e utility, e infine PA e sanità con un 5% del totale.

Infografica-Osservatorio-Big-Data-2019

La ricerca rimarca ancora un gap tra grandi aziende e PMI nella spesa sostenuta. Il 93% delle grandi imprese investe in progetti di analytics, in particolare l’80% per analisi dei dati, il 62% per infrastrutture volte a incrementare il livello di integrazione dati, il 54% in azioni per migliorare la qualità stessa dei dati. A seguire vi sono l’inserimento in organico di nuove competenze (47% degli investimenti) per portare in-house soprattutto figure di Data Analyst, Data Engineer e Data Scientist. La percentuale di PMI che investe in Analytics scende invece al 62%.

Dando uno sguardo più in dettaglio alla voce competenze, quindi, si rileva che le organizzazioni più mature hanno già provveduto a internalizzare le competenze necessarie a gestire i progetti, con sperimentazioni in corso e complessità crescenti per una trasformazione dei processi in ottica data-driven. Le aziende che iniziano invece ad approcciare i Big Data stanno cominciando a dare concretezza ai primi progetti, appoggiandosi a competenze esterne. Molto sentito tra le aziende è quindi il tema del recruiting, laddove le poche figure formate sul mercato devono essere accaparrate dalle molte aziende che le ricercano.

Infine, l’Osservatorio stila un censimento delle startup attive nel mercato dei Big Data Analytics, che nel mondo sono 790 e nel loro insieme hanno raccolto investimenti per 6,4 miliardi di dollari, con una media di 10,3 milioni per azienda. L’America è in testa alla classifica, con circa la metà delle nuove aziende innovative e investimenti ottenuti per 3,4 miliardi di dollari. Le startup più finanziate sono però quelle asiatiche, con una media di 31, 1 milioni di dollari per azienda. L’Italia nel suo piccolo conta infine 20 startup nel comparto Big Data Analytics, che nel loro insieme hanno raccolto 17 milioni di dollari di finanziamenti.

Se Industria 4.0 si è focalizzata sull’implementazione delle tecnologie abilitanti, l’Industria 5.0 si estende ed abbraccia le problematiche socio-ecologiche.

BRAND POST
Telmotor

Telmotor, azienda specializzata nell’Industry Automation ed Energy and Lighting Solutions, oggi sceglie di operare secondo un doppio binario: valorizzare le…