Smartworking e data protection, i consigli di Pascali di Veritas Technologies
01/06/2020
Veritas_Fabio Pascali data protection

L’emergenza da coronavirus e il conseguente lockdown ha portato in Italia a un enorme aumento della quantità di dati immessi in rete, al ritmo di mille miliardi di bit al secondo, mettendo le reti stesse sotto forte pressione. Molti i fattori che vi hanno contribuito, a partire dall’adozione in emergenza dello smartworking da parte delle aziende, che per molti prosegue anche con l’entrata nella Fase 2, ma anche spesa online, streaming video e crowdfunding. L’incremento del traffico porta quindi con sé alcuni interrogativi sul fronte del data management e del data protection per le aziende, come spiega Fabio Pascali, country manager Veritas Technologies.

“La situazione attuale che stiamo vivendo ora vede lo smartworking come protagonista e una delle forze trainanti dell’economia – dice Pascali -. Grazie al lavoro da casa, moltissime persone stanno continuando a lavorare in un contesto distribuito con molti dispositivi e connessioni. L’utilizzo sempre più massivo di laptop, in congiunzione con l’infrastruttura di rete interconnessa con l’azienda, sta portando lo smartworking in tantissime aree”.

Impressionante è quindi la quantità di dati che si sta creando, e ogni azienda deve sapere come gestirli e proteggerli, anche a distanza. “La creazione di dati in un contesto distribuito che si sta verificando ora in Italia, ma che si amplierà in tutto il mondo – prosegue il country manager -, presuppone che tutte le soluzioni di data protection vengano adottate per evitare una perdita della produttività e una riduzione nella sicurezza dei dati, ma anche dell’azienda in generale. Quindi, l’adozione di strumenti in grado di proteggere e garantire i dati dei nuovi utenti in un contesto distribuito è fondamentale per continuare a operare secondo gli standard di sicurezza e di gestione delle compliance, anche nella situazione eccezionale e difficile come quella che stiamo affrontando tutti”.

Veritas raccomanda pertanto cinque passi chiave da seguire per preparare adeguate strategie di data management nelle aziende durante lo smartworking:

  1. Mettere in atto piani ben definiti per la gestione dei dati in caso di lavoro da remoto. Verificare quali sistemi possono essere accessibili a distanza e sviluppare piani di emergenza per coloro che non possono accedere.
  2. Esaminare le strategie di data protection per capire dove potrebbero esserci delle lacune, nel caso in cui i dipendenti cambino la destinazione del salvataggio dei dati.
  3. Modificare le strategie per colmare tali lacune, se possibile entro tempistiche brevi.
  4. Creare documenti di policy che indichino chiaramente in quali sedi i dipendenti devono salvare i dati, quando lavorano a distanza.
  5. Assicurarsi che le policy siano comunicate e comprese da tutti i dipendenti. Assicurarsi che i dipendenti comprendano i rischi associati all’archiviazione dei dati su dispositivi non protetti, che non soddisfano i requisiti di compliance o impediscono che i dati siano utilizzabili.

Se Industria 4.0 si è focalizzata sull’implementazione delle tecnologie abilitanti, l’Industria 5.0 si estende ed abbraccia le problematiche socio-ecologiche.

BRAND POST
Telmotor

Telmotor, azienda specializzata nell’Industry Automation ed Energy and Lighting Solutions, oggi sceglie di operare secondo un doppio binario: valorizzare le…