Smart manufacturing in Italia nell’Osservatorio PoliMi
21/06/2017

Nel 2015 secondo l’Osservatorio Smart manufacturing del Politecnico di Milano lo smart manufacturing valeva 1,2 miliardi di euro, pari al 10% degli investimenti industriali in Italia. Giovanni Miragliotta, direttore dell’Osservatorio, spiega che sebbene l’Italia vada ancora a due velocità, con realtà già in pieno nella quarta rivoluzione industriale e altre che ancora devono completare la prima digitalizzazione dei processi della terza, il Piano Nazionale Industria 4.0 ha portato maggiore chiarezza strategica, che consentirà a questo mercato di esprimere il proprio potenziale.

Cresce inoltre la consapevolezza del valore del dato e della sua produzione nelle imprese, con interi business model già nati e basati sulla capacità di valorizzare le informazioni. Industria 4.0 significa infatti sostanzialmente connettere macchinari, personale e patrimonio informativo di un’azienda, dice Miragliotta, estraendo da questa interconnessione nuovi modelli competitivi e maggiore efficienza. La sostituzione uomo macchina è stato un tratto positivo, crescente e comune a tutte le rivoluzioni industriali, liberando risorse e capacità da dedicare ad altre professioni. Lo stesso vale per la quarta rivoluzione industriale, per cui dalla connessione di macchinari, persone e dati nasceranno modelli di business, prodotti e servizi completamente nuovi, così come nuove professionalità ed esigenze, che cambieranno la società e il lavoro. Il gap delle competenze necessarie a gestire una manifattura digitale è infine il principale fattore che in Italia ostacola il percorso verso la fabbrica intelligente.

 

Se Industria 4.0 si è focalizzata sull’implementazione delle tecnologie abilitanti, l’Industria 5.0 si estende ed abbraccia le problematiche socio-ecologiche.

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