Mini-bond per innovazione 4.0 nelle PMI
20/03/2018
mini-bond innovazione 4.0

I mini-bond rappresentano un valido strumento di finanziamento alternativo al credito bancario e di facile accesso per le PMI che intendano investire in innovazione 4.0. E’ possibile finanziare grazie ai mini-bond investimenti per creare nuovi impianti, fare R&D, investire in brevetti o acquisire ad esempio altre imprese, nell’ottica di un passaggio a un modello di Industria 4.0.

Si tratta di titoli di debito (obbligazioni e cambiali finanziarie) emessi da parte di società di capitali o cooperative aventi operatività propria, escluse banche e assicurazioni. L’importo massimo è fino a 500 milioni di euro, e non sono quotati su listini aperti agli investitori retail. Si configurano come titoli di debito emessi dalle imprese sul mercato mobiliare e sottoscritti da investitori professionali e qualificati che, a fronte della raccolta di capitale (che viene poi rimborsato secondo modalità prestabilite), offrono una remunerazione contrattualmente stabilita, tramite il pagamento di cedole periodiche, fisse o variabili.

finanziamento mini-bond

Rispetto ad altre tipologie di finanziamento, come incentivi fiscali quali iper e super ammortamento, nuova Sabatini, credito d’imposta e Fondi europei, i mini-bond mirano ad attirare nuovi flussi di capitali finanziari privati, alternativi al canale bancario, rappresentando così un valido strumento per differenziare le fonti di finanziamento, soprattutto nel lungo termine. Il mercato dei mini-bond è stato in crescita continua dal 2012, anno di nascita, e secondo l’Osservatorio Mini-Bond a febbraio 2017 aveva superato gli 11,5 miliardi di euro di raccolta, dei quali 1,28 miliardi riconducibili a collocamenti effettuati da PMI.

Secondo l’Osservatorio, al 31 dicembre 2016 erano 222 le imprese che avevano collocato mini-bond in Italia, e 88 sono state le imprese emittenti nel 2016 (di cui 74 si sono affacciate sul mercato per la prima volta). In gran parte si tratta si società per azioni, l’84%, ma vi compaiono anche società a responsabilità limitata e cooperative. Il settore di attività più attivo nel collocamento è il manifatturiero, ma nel 2016 sono cresciuti il settore dell’informazione e della comunicazione e quello dell’energia. Tra le ragioni più frequenti dietro l’emissione vi sono la spinta alla crescita interna dell’azienda, mediante il finanziamento di piani di sviluppo, e la ristrutturazione del debito dell’impresa. Seguono la crescita esterna mediante acquisizioni e la necessità di alimentare il fabbisogno di capitale circolante. Tutte motivazioni che mostrano come lo strumento venga adottato da aziende sane che intendano effettuare un salto di qualità.

mini-bond Osservatorio

Di interesse particolare è infine l’iniziativa Anima Bond Industria 4.0, progetto lanciato dalla Federazione Anima in partnership con il Politecnico di Milano. L’obiettivo è dare sostegno alle imprese della meccanica italiana alla ricerca di capitale per investimenti a medio-lungo termine, finalizzati all’adeguamento dell’impresa a Industria 4.0, per impianti, tecnologie e R&D. Anima intende proporre un paniere di mini-bond coinvolgendo tra il 10% e il 20% di quelle 200 società associate che vogliano investire in tecnologie manifatturiere 4.0, in vista di emissioni da 3/5 milioni di euro ciascuna, per un totale di 150-200 milioni di euro circa. Un portafoglio diversificato per dare maggiore appeal allo strumento e invogliare investitori privati e istituzionali a investire nel progetto.

Se Industria 4.0 si è focalizzata sull’implementazione delle tecnologie abilitanti, l’Industria 5.0 si estende ed abbraccia le problematiche socio-ecologiche.

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