Microchip, fondi nazionali ed europei per l’industria dei semiconduttori
04/03/2022
Commissione European Chips Act microchip

Oltre ai provvedimenti volti al contenimento dei costi dell’energia, il Decreto Bollette appena approvato dal Consiglio dei Ministri prevede anche una parte di sostegni alle filiere produttive industriali, con fondi pluriennali che saranno stanziati fino al 2030 per aumentare la produzione nazionale di microchip.

Le misure hanno l’obiettivo promuovere la ricerca e sviluppo nel settore dei microprocessori, la costruzione di nuovi stabilimenti produttivi e la riconversione di quelli già esistenti. L’intero pacchetto di intervento del Decreto Bollette prevede uno stanziamento di risorse complessive per circa 8 miliardi di euro.

Nello specifico, per quanto attiene al sostegno alle filiere produttive, oltre all’industria dei semiconduttori il decreto interviene anche su un altro settore interessato da una trasformazione epocale, ovvero l’automotive.
Per il settore automotive, il provvedimento stanzia quindi risorse pluriennali, fino al 2030, con l’obbiettivo di favorire la transizione verde, la ricerca, la riconversione e riqualificazione dell’industria del settore automotive. Sono altresì previsti incentivi all’acquisto di veicoli non inquinanti.

Con il decreto viene inoltre ampliato l’ambito di interventi di riqualificazione e adeguamento strutturale delle competenze dei lavoratori finanziabili con il Fondo nuovo competenze e si incrementa il fondo per l’adeguamento dei prezzi, inserendo specifiche norme in materia di revisione dei prezzi dei materiali nei contratti pubblici in essere.

Sul fronte dei microchip lavora quindi anche l’Unione Europea, che lo scorso 8 febbraio ha varato L’European Chips Act, una serie di misure che volta a mobilitare circa 43 miliardi di euro tra investimenti pubblici e privati, per potenziare la leadership europea nelle tecnologie dei semiconduttori e garantire la sicurezza degli approvvigionamenti. Obiettivo è togliere l’Europa dalla posizione di netta inferiorità nella filiera globale dei semiconduttori: attualmente l’Unione produce solo il 9% dei chip distribuiti globalmente. L’European Chips Act punta a raddoppia questa quota nell’arco dei prossimi 7 anni.

Il provvedimento è articolato in tre grandi pilastri, il primo dei quali, chiamato Chips for Europe, è dedicato al potenziamento della ricerca, andando a finanziare la realizzazione di prototipi, la sperimentazione di nuovi dispositivi e la formazione del personale. Il secondo pilastro verte nello specifico sugli approvvigionamenti, volto ad attrarre investimenti e favorire l’apertura di nuovi impianti produttivi. Il terzo fronte mira quindi a costruire un meccanismo di coordinamento tra Commissione e Stati membri, per provvedere al monitoraggio degli approvvigionamenti, alla stima della domanda e alla previsione di possibili futuri shortage, onde non farsi trovare nuovamente in difficoltà a carico della supply chain dei componenti.

Fonte immagine: sito European Union

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