Innovazione e brevetti, dalla LIUC un indicatore per valutarne le potenzialità
12/01/2022
LIUC innovation patent index indicatore brevetti

LIUC Business School ha creato l’Innovation Patent Index (IPI), un indicatore studiato all’interno dell’Osservatorio IPCube per misurare e valutare il valore potenziale dei brevetti e la reale capacità di innovazione detenuta dalle imprese e dai territori italiani.

L’indicatore prende spunto dalle informazioni dei brevetti presentati per realizzare uno studio qualitativo che va oltre la mera analisi quantitativa dei brevetti. L’indicatore è infatti in grado di misurare istanze quali l’efficienza dell’attività brevettuale, la capacità di brevettare a livello internazionale e di fare diversificazione tecnologica nello sviluppo di innovazione, e infine la capacità di valorizzare la conoscenza pregressa dell’azienda. Dalle ultime analisi effettuate per famiglie brevettuali, ossia brevetti che afferiscono a una medesima area di innovazione, a livello territoriale non sorprende quindi molto che la Lombardia guidi la classifica delle Regioni italiane per numero di brevetti, seguita da Emilia Romagna e Veneto.

A sorprendere sono invece i risultati prodotti dall’analisi qualitativa condotta utilizzando l’indicatore su una serie di parametri: la Regione con l’IPI più alto è infatti l’Umbria, un territorio piccolo ma in cui ogni innovazione contiene un elevato valore potenziale. Seguono Emilia Romagna e Lombardia. L’indicatore consente quindi di far emergere diversi profili di innovazione, andando a indagare i brevetti sotto diversi prospetti, per cui l’Emilia Romagna primeggia in quanto a efficienza dei brevetti, la Lombardia è prima per internazionalizzazione, mentre per quanto riguarda la capacità di diversificazione tecnologica a emergere è invece la Sicilia.

“L’IPI è utile laddove si vogliano effettuare dei confronti per far emergere punti di forza e di eventuale debolezza tra territori – spiega Raffaella Manzini, direttore Osservatorio IPCube, LIUC Business School -. I risultati generati possono quindi supportare decisioni di politica economica e industriale, anche e soprattutto a livello territoriale, mettendo in luce le eccellenze presenti e da valorizzare ma anche le aree su cui occorre intervenire con misure di supporto a imprese e territori. Le analisi possono però essere condotte anche su gruppi di imprese, e in tal caso l’IPI diviene un utilissimo strumento in mano alle imprese per confrontarsi tra loro e i loro competitor, così come ad esempio per le associazioni industriali che possono così monitorare e confrontare le imprese all’interno di uno stesso settore, di un’area tecnologica comune o di un cluster tecnologico”.

 

Se Industria 4.0 si è focalizzata sull’implementazione delle tecnologie abilitanti, l’Industria 5.0 si estende ed abbraccia le problematiche socio-ecologiche.

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