Il Gruppo Celli reinventa il beverage in chiave smart, raccontato da Cavalsassi
23/12/2019
Cavalsassi Celli Group

Come si fa a portare innovazione in un settore molto tradizionale come quello della distribuzione e spillatura di bevande fredde, birra, soft drink e acqua? Il segreto per il Gruppo Celli è stato riorganizzare la propria struttura passando dall’essere una azienda solo manifatturiera a una service company, appoggiandosi quindi a una rete di partner tecnologici, come PTC e Microsoft, con cui sviluppare piattaforme e soluzioni innovative. A raccontare il percorso che il Gruppo di Cattolica ha intrapreso negli ultimi anni è Paolo Cavalsassi, group commercial director del Gruppo Celli.

“Nella nostra visione per trasformare una realtà manifatturiera in un’azienda di servizi a 360°, è apparso subito chiaro che fondamentale era disporre di una piattaforma IoT solida ed efficiente – racconta Cavalsassi -, che permettesse di monitorare gli impianti, fornire efficienza, fare service e manutenzione. Il risultato è IntelliDraught, piattaforma altamente scalabile e flessibile che consente l’integrazione con i sistemi informatici dei nostri clienti, in tutto il mondo. Per questo, agendo da system integrator abbiamo cercato dei partner strategici in grado di offrire soluzioni che agevolassero i nostri clienti. E’ così che abbiamo scelto la piattaforma IoT ThingWorx di PTC, che soddisfa la nostra esigenza di avere una soluzione altamente affidabile, sempre funzionante e connessa che consente un accesso contemporaneo di migliaia di migliaia di impianti. Quindi, il cloud di Microsoft Azure e l’integrazione di sistemi Power BI di Microsoft, e i servizi di Salesforce”.

Celli Group spillatura smartDecisiva è quindi stata anche l’adozione della realtà aumentata di Vuforia, con le prime soluzioni di tutorial mediante augmented reality presentate già tre anni fa con l’impiego degli HoloLens di Microsoft.
“Abbiamo trasformato la nostra organizzazione creando una divisione service dedicata a supportare i clienti nel loro business quotidiano – continua Cavalsassi -. Il progetto è partito in Italia a gennaio 2016, e siamo oggi presenti in 18 Paesi in tutto il mondo. La sfida era fare assistenza non solo per i clienti e le decine di migliaia di impianti che hanno sul territorio, ma anche per le attività delle migliaia di punti vendita che da loro dipendono. Per la parte service, la visione è stata di non creare una nostra forza interna di tecnici, ma di utilizzare il network di rivenditori e tecnici che abbiamo in tutto il mondo, in tutte le realtà in cui siamo già presenti, per poi, secondo le esigenze, portare a bordo altri centri tecnici. Il Gruppo Celli è così diventato punto di riferimento per i nostri clienti e per una costellazione di centri tecnici”.

I sistemi informatici dei clienti comunicano direttamente con la piattaforma IoT del Gruppo, che dispiega quindi sul territorio le forze tecniche necessarie richieste dai vari ticket aperti. I tecnici dell’azienda a San Giovanni in Marignano, vicino Cattolica, fanno anche ad esempio formazione remota con gli HoloLens e la realtà aumentata ai tecnici negli impianti in Cile. Il che non significa che poi non si vada più sul posto, ma la tecnologia AR consente di incrementare moltissimo l’efficienza abbreviando enormemente i tempi.

“A livello hardware, abbiamo quindi fatto diventare smart un oggetto che è di base un circuito frigorifero – continua il direttore commerciale -. Oltre alla piattaforma ThingWorx di PTC, e alla tecnologia degli impianti disegnata da noi, ci siamo appoggiati ad Alma Automotive per la realizzazione di schede e centraline, abbiamo fatto realizzare esternamente l’elettronica e la sensoristica, e abbiamo stretto una partnership con Vodafone per la rete M2M. La piattaforma IntelliDraught è così in grado di monitorare in tempo reale le caratteristiche fondamentali di un impianto, permettendoci di fare manutenzione preventiva e predittiva”.

L’azienda ha dapprima iniziato con un primo ciclo di feedback loop, e restituendo al team di ingegneria i dati sul funzionamento e sugli interventi del service ha apportato modifiche e miglioramenti agli impianti, semplificandone la manutenzione (ad esempio disegnando soluzioni che non richiedessero viti da svitare) o rendendoli più sostenibili. “Un’altra sfida qui è stata far capire al cliente perché un impianto che prima costava 1.000 euro è passato a costare 1.400 – spiega quindi Cavalsassi -. Quando abbiamo cominciato a restituire in modo proattivo ai clienti informazioni utili per le decisioni del loro business, questi hanno iniziato a comprendere i benefici che un impianto smart offre, a fronte di un costo superiore. Ad esempio, la nostra piattaforma oltre ai dati delle macchine cattura le informazioni che arrivano da altre fonti, come Trip Advisor, Instagram o Pinterest. Al cliente restituiamo informazioni puntuali, clusterizzate e digerite per la sua specifica zona e area geografica. Sapendo così, ad esempio, che nella sua zona i consumatori sono molto più propensi all’happy hour, il cliente può cambiare i brand che distribuisce nei suoi punti vendita con bevande e birre meno pesanti e più adatte a quella tipologia di persone, riscontrando già in 2-3 settimane aumenti delle vendite anche del 15%”.

Infine un bell’esempio di gioco di squadra nell’innovazione è il progetto della Hydration Station, impianto di spillatura di acqua aromatizzata guidato dai dati (l’impianto riconosce da smartphone le preferenze, i gusti e il livello di carbonazione preferiti dai clienti, e mostra al consumatore quante bottiglie di plastica ha risparmiato a tutela dell’ambiente) che PepsiCo ha scelto di realizzare un anno fa. “Siamo andati a presentare il progetto a Las Vegas, i nostri competitor erano cinque aziende americane storiche nel nostro settore che già lavorano con loro – racconta Cavalsassi -. Abbiamo presentato l’idea mostrandola realizzata in virtuale con un digital twin dell’impianto, e tramite la realtà virtuale hanno potuto vederlo in funzione, con alcune delle idee che avevano chiesto loro e anche altre alle quali non avevano pensato. Con noi c’erano i nostri partner, tra cui PTC per la piattaforma e il digital twin e Microsoft per il cloud”.

Nonostante la distanza, data l’origine europea dell’azienda, PepsiCo ha scelto di realizzare proprio il progetto presentato dal Gruppo Celli, grazie al fatto di aver portato un team coeso con idee molto chiare, mostrando grazie alle tecnologie digitali il progetto realizzato e funzionante, e in grado non solo di rispondere alle esigenze di mercato, ma di anticiparne di nuove in un virtuoso paradigma di innovazione.

Se Industria 4.0 si è focalizzata sull’implementazione delle tecnologie abilitanti, l’Industria 5.0 si estende ed abbraccia le problematiche socio-ecologiche.

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