Dispositivi sanitari per gli ospedali dalle aziende siciliane della meccatronica
01/04/2020
meccatronica Sicilia dispositivi protettivi coronavirus

Mascherine sanitarie, dispositivi protettivi e flaconi per igienizzanti per le mani, sono svariate le aziende del distretto della meccatronica siciliano che in questi giorni di corsa alle armi contro la diffusione del coronavirus stanno rispondendo, mettendo le linee produttive a servizio dell’emergenza. In primo luogo per dare supporto e rifornire di dispositivi protettivi di sicurezza indispensabili il personale sanitario che in questi giorni è messo a dura prova negli ospedali di tutta Italia.

Il distretto della meccatronica in Sicilia conta circa 110 aziende, che operano nei settori dell’elettronica, della meccanica, dell’informatica e dell’automazione, sviluppando tutte insieme un fatturato che oltrepassa i 300 milioni di euro. Diverse e sparse in tutta la Regione sono le realtà che vi afferiscono, e otto sono in particolare le aziende siciliane coinvolte nella filiera: Rica di Belpasso, Catania, Meccanotecnica di Riesi, Caltanissetta, Nebiolo HT e la start-up Abr della provincia di Enna, Ingham/Sport & Premi di Palermo, Zeta di Monreale e infine Valtessile di Bronte e Vestilavoro di Catania.

Nel giro di tre giorni sono stati prodotti 230 mila flaconi per prodotti igienizzanti per le mani, 1.000 mascherine filtranti in cotone TNT al giorno, con obiettivo di arrivare a produrne 10.000, e 600 maschere protettive in 3D a settimana, puntando ad arrivare a 1.500 pezzi. I prototipi dei campioni dei dispositivi di sicurezza sono già stati completati dalle aziende, mandati quindi in approvazione alla Protezione Civile, cui sono state inviate tutte le schede tecniche dei prototipi, complete di specifiche su quantità dei prodotti, tempi di consegna e prezzi, per la massima trasparenza e onde evitare qualsiasi possibile azione speculativa.

Un esempio per tutti è quanto messo prestamente in campo da Rica, che nel giro di 48 ore ha stretto un accordo con la Distilleria Bertolino di Partinico per la fornitura di alcol denaturato, e ha chiesto alla Protezione civile locale una speciale autorizzazione per impiegare la materia prima esente da accise per realizzare i lotti di produzione. Molte sono state quindi le richieste che l’azienda ha avuto di altre realtà pronte ad aggregarsi alla filiera, tutte pronte a rispondere unite all’emergenza che vivono gli ospedali alle prese con i pazienti di Covid-19.

Se Industria 4.0 si è focalizzata sull’implementazione delle tecnologie abilitanti, l’Industria 5.0 si estende ed abbraccia le problematiche socio-ecologiche.

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