Digitalizzazione nei Piani di ripresa e resilienza degli Stati Europei
09/09/2022
Report Commissione Europea Rcovery plan PNRR digitalizzazione

Secondo il report pubblicato lo scorso luglio da DG Connect della Commissione Europea, i Paesi membri hanno assegnato in media il 26% delle risorse dei loro Piani di ripresa e resilienza nazionali agli investimenti in digitalizzazione. Una percentuale che supera quanto richiesto dalla commissione, che indicava una quota pari ad almeno il 20% dei fondi assegnati.

Ad oggi sono stati presentati 26 Piani, e 24 sono stati già approvati, con un totale di 99,68 miliardi di euro già assegnati agli Stati Membri. Lo studio mostra che la digitalizzazione della pubblica amministrazione è il primo ambito di intervento tra i National Recovery and resilience plan, con il 36% delle risorse, seguito dalla digitalizzazione delle imprese, con il 20% dei finanziamenti, tra investimenti e riforme. In particolare, l’Italia figura tra i tre Paesi che hanno destinato una quota maggiore di risorse alla digitalizzazione delle imprese, con un totale di 12,8 miliardi di euro (pari al 27% del totale assegnato, 48,097 miliardi), seguita da Spagna, con 4,9 miliardi, e Grecia, con 1,5 miliardi.

Report Commissione Europea Rcovery plan digitalizzazione

Report Commissione Europea Rcovery plan digitalizzazione Paesi

I piani di resilienza rappresentano quindi nel complesso un punto di partenza per raggiungere i Digital decade target al 2030 della Commissione, in particolare guardando a tre obiettivi nel campo della transizione digitale delle imprese. Il primo di questi target concerne la diffusione e lo sviluppo delle tecnologie cloud, AI e big data tra le aziende, adottati oggi dal 75% delle imprese in Europa, grazie ai numerosi incentivi e finanziamenti che i diversi Paesi assegnano alla loro adozione. Ancora debole è però l’accento che viene in generale posto sui big data, con pochi Stati membri che investono sulla formazione nei big data e negli analytics e nel loro impiego nelle aziende. Il report rileva infatti che ad oggi solo il 14% delle imprese in Europa fa ricorso all’analisi dei big data, contro il 25% di aziende che fa uso della AI e del 26% di realtà che stanno introducendo servizi di cloud computing. Serve pertanto un maggior impegno per spingere l’uso e lo sfruttamento dei big data.

Un secondo punto di grande rilevanza riguarda il supporto dato dagli Stati membri allo sviluppo di start-up innovative, con ancora grosse disparità tra i diversi Paesi, per cui si punta ad aumentare gli sforzi per raddoppiare il numero di scale-up e di Unicorni in Europa (start-up con un valore minimo di un miliardo di dollari). Infine, la Commissione europea punta a raggiungere il 90% di PMI dotate di un livello di base di digitalizzazione, percentuale che ad oggi è solo al 60%.

Report Commissione Europea Rcovery plan digitalizzazione Italia

L’Italia mostra quindi un tasso di adozione dei servizi di cloud computing al 38% tra le imprese, e del 18% di tecnologie di AI. L’analisi dei big data è diffusa nel 9% delle imprese, secondo il report, mentre il 69% delle PMI italiane ha almeno una digitalizzazione di base. L’Italia figura inoltre tra gli otto Paesi che impiegheranno i fondi del PNRR per co-finanziare il rafforzamento della rete degli European Digital Innovation Hub, con l’obiettivo di creare 42 nuovi DIH entro la fine del 2025 completando una rete di circa 60 centri, tra Competence Center, DIH e Digital Innovation Center, che potranno offrire supporto e servizi ad almeno 4.500 PMI. Fondamentale è infatti il loro contributo per supportare lo sviluppo di progetti di innovazione tra le imprese, agevolare l’accesso alle nuove tecnologie e alla loro sperimentazione, provvedendo al trasferimento tecnologico delle nuove tecnologie.

Se Industria 4.0 si è focalizzata sull’implementazione delle tecnologie abilitanti, l’Industria 5.0 si estende ed abbraccia le problematiche socio-ecologiche.

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