L’Italia è in ritardo nell’attuazione dei progetti del PNRR nell’ambito del programma BUL – Banda Ultra Larga, e per accelerare i lavori relativi alle infrastrutture da realizzare il decreto legge PNRR 3 dello scorso 24 febbraio 2023 ha deciso lo stanziamento di altri 100 milioni di euro per il 2023 per l’attuazione dei progetti Italia a 1 Giga e Italia 5G, in favore del Mimit.
Le risorse sono concesse dal Fondo di rotazione per le politiche comunitarie, sui programmi operativi cofinanziati dai Fondi strutturali e di investimento europei per la programmazione 2014-2020.
Più risorse quindi per la banda ultra larga nelle aree bianche, ma anche altre misure tese al raggiungimento degli obiettivi di trasformazione digitale del Paese. Il dl ha infatti accordato anche una proroga di 24 mesi per certificati, permessi, concessioni e autorizzazioni per gli interventi volti a realizzare le reti di nuova generazione. Inoltre, non sarà più richiesta l’autorizzazione del Ministero dell’Economia per la realizzazione di tutte le infrastrutture di comunicazione ad alta velocità, il che punta a incrementare la velocità di potenziamento o di creazione delle reti nelle aree bianche.
Altresì, per assicurare la tempestiva e corretta esecuzione dei contratti d’appalto relativi alle gare PNRR per i piani Italia a 1 Giga e Italia 5G backhauling e Italia 5G, viene consentita l’anticipazione del 20% del prezzo all’appaltatore entro 15 giorni dall’inizio effettivo della prestazione, in linea con quanto previsto da Codice appalti.
La strategia italiana per la banda ultra larga prevede la realizzazione di 5 piani, ovvero Italia a 1 Giga, Italia 5G, Scuole connesse, Sanità connessa e Isole Minori, con gare d’appalto per un investimento complessivo di 6,7 miliardi di euro. Si stima che a trarre beneficio dalla diffusione delle reti ad alta velocità saranno migliaia di cittadini italiani, dando magari anche un’ulteriore spinta al ripopolamento di aree a bassa densità abitativa, piccoli paesi o zone particolarmente lontane dalle città. Un obiettivo per cui il Governo aveva già mostrato interesse in riferimento alla diffusione dello smart working.