ITALIA 4.0_2021

24 ITALIA 4.0 2021 riversarsi nel nostro paese, ma che sconta an- cora qualche ostacolo. Uno, fra tanti, proprio la mentalità degli imprenditori sempre letto in ottica di PMI. Secondo Sonia Bonfiglioli, presi- dente e CEO di Bonfiglioli Riduttori, sono tre i grandi filoni che un’impresa deve affrontare se vuole fare un salto nel digitale. “Il primo è la digitalizzazione dei processi – dice – ossia l’am- modernamento dei processi produttivi, il secon- do è la digitalizzazione dei prodotti, un filone nuovo per le aziende, infine il cambio del mo- dello di business”. Ma quali possono essere i ri- schi? Per rispondere a questa domanda dobbia- mo pensare al tessuto imprenditoriale italiano fatto prevalentemente di piccole o microimpre- se ed è difficile pensare che possano impegnarsi su tutti e tre questi fronti ma deve cambiare la mentalità imprenditoriale. Il capo dell’azienda deve scrollarsi di dosso l’idea di una logica di impresa a silos, quindi chiusa, ma abbracciare la logica della condivisione guardando al cloud, all’adozione di modelli di Digital Twins o di Re- altà Virtuale. Cosa bisogna fare? Già, si parla sempre più spesso di gemelli digi- tali in ambito industriale come quei modelli dettagliati ritagliati su un qualcosa di concre- to ricostruiti partendo da una mole enorme di dati e informazioni aggiornate in real time. Se si pensa a questi ‘gemelli’ come coloro che in- carnano, contemporaneamente, IoT, Big Da- ta, Intelligenza Artificiale, machine learning e funzioni di simulazione di una controparte fi- sica a cui è connesso, si può immaginare quale feedback continuo si possa ottenere in termini di prestazioni, condizioni operative e variazioni nel tempo. Bonfiglioli sta già testando questo sviluppo per il settore eolico e Marco Oldani, Euromed Industry Business Consultant Senior Manager di Dassault Systemes è un sostenitore dei modelli di digital twins ma mette in guar- dia: “La tecnologia è un fattore necessario ma non sufficiente. Non avviene automaticamente il cambiamento bisogna che le persone prenda- no in considerazione un cambio di mentalità”. L’Italia è, forse, una delle nazioni che benefice- rà del maggior quantitativo economico relati- vamente al PNRR, un valore pari a 123 miliardi di euro sul quale Guelpa pone l’attenzione ai fini di un buon piano di resa di questa mole di denaro anche perché il Belpaese dovrà fare i conti con le modalità di rientro da questo in- debitamento. “Il nostro debito pubblico ha già toccato il 156% e si presume possa scendere a 153 quest’anno, posto che aumenterà quando attingeremo ai fondi del PNRR. Questo piano – sostiene Guelpa – ha innescato un meccanismo non solo di rilancio del nostro paese ma ha an- che permesso alle nostre finanze pubbliche di essere sostenibili. Ma come si fa a rientrare da tale indebitamento? La storia ce lo insegna mo- strandosi anche cosa non si dovrebbe fare, basti pensare al 2011 e a quello a cui saremmo andati incontro, con uno spread a oltre 500 punti per il quale l’Italia veniva vista dai mercati con il ri- schio alto di non poter pagare il debito naufra- gando verso un caso Argentina. La strada prin- cipale è quella di inseguire la crescita attraverso più competitività, più reddito e la ricerca di un meccanismo di riduzione del rapporto debito/ Pil”. Un assist ben piazzato per Galia il quale si aspetta, dal PNRR, “un abbassamento del costo del lavoro, detassazione degli aumenti contrat- tuali a favore di incentivazione fiscale per nuo- ve assunzioni, agevolazioni per processi virtuosi nel settore dell’efficientamento energetico con incremento di fonti rinnovabili”. Per realizzare gran parte di tutto quanto si è parlato servono interventi sulle infrastrutture

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