ITALIA 4.0_2021

13 ITALIA 4.0 2021 nologie possono svolgere per affrontare nuove esigenze emergenti nel panorama industriale, sociale e ambientale. L’obiettivo è quello di uti- lizzare i dati e l’AI per aumentare la flessibilità della produzione in periodi di rapido cambia- mento e rendere le catene del valore più ro- buste, rendendo fruibile una tecnologia che si adatti al lavoratore e non il viceversa, e che sia un volano per economia circolare e sostenibilità. Tre, invece, solo le dimensioni dell’Industria 5.0: centralità del capitale umano, sostenibilità am- bientale e resilienza. Per la UE non bisogna con- siderare la tecnologia emergente come un pun- to di partenza, e conseguentemente applicarne il potenziale per aumentare l’efficienza, ma occorre ribaltare lo schema e partire da un ap- proccio umano-centrico che ne ponga i bisogni e gli interessi fondamentali al centro del processo di produzione. In questo senso, la tecnologia va utilizzata per adattare il processo di produzione alle esigenze dell’uomo, anche attraverso una opportuna formazione, e non chiedere al lavo- ratore di adattarsi alla tecnologia. Infine, rimar- ca l’UE, è fondamentale assicurarsi che le nuove tecnologie “non interferiscano con i diritti fon- damentali dei lavoratori, come il diritto alla pri- vacy, all’autonomia e alla dignità umana”. Il secondo fattore è la sostenibilità, ossia lo svi- Focus su Edge Computing e cloud La produzione di semiconduttori, e processori, all’avanguardia in Europa rappresenta circa il 20% della produzione mondiale in valore (ovvero capacità produttive inferiori a 5 nm di nodi che puntano a 2 nm e dieci volte più efficienti dal punto di vista energetico rispetto a oggi). Oggi, i dati prodotti in Europa sono generalmente archiviati ed elaborati al di fuori del continente. Questo può comportare rischi in termini di sicurezza informatica e vulnerabilità della fornitura. Inoltre, va considerato l’impatto dei Data Center e delle infrastrutture cloud sul consumo energetico. Oggi, il volume dei dati generati è in forte aumento e si prevede che una proporzione crescente di essi verrà elaborata sempre più vicino agli utenti e a dove vengono generati i dati stessi. Questo cambiamento richiederà lo sviluppo e l’implementazione di tecnologie di elaborazione dei dati fondamentalmente nuove che comprendano l’Edge, allontanandosi dai modelli di infrastruttura centralizzati basati su cloud. Per affrontare queste tendenze verso una maggiore distribuzione e decentralizzazione delle capacità di elaborazione dei dati, e colmare il divario di un’offerta cloud adeguata che soddisfi le esigenze delle imprese europee, l’Europa si è data l’obiettivo di rafforzare la propria infrastruttura e capacità cloud entro il 2030. Nell’UE sono installati 10.000 nodi perimetrali ad alta sicurezza, climaticamente neutri, distribuiti in modo da garantire l›accesso a servizi di dati a bassa latenza (pochi millisecondi) ovunque si trovino le aziende. Tuttavia, l’ecosistema cloud ed Edge non porterà tutti i suoi benefici alle imprese europee se non sarà accompagnato da una capacità di calcolo all’avanguardia. L’UE deve investire in nuove tecnologie quantistiche. L’Europa dovrebbe essere all’avanguardia mondiale nello sviluppo di computer quantistici completamente programmabili e accessibili da ogni parte d’Europa, pur essendo altamente efficienti dal punto di vista energetico e in grado di risolvere in poche ore ciò che è attualmente risolto in centinaia di giorni, se non anni. La rivoluzione quantistica nel prossimo decennio cambierà le regole del gioco nell’emergere e nell’uso delle tecnologie digitali. luppo di processi di economia circolare che mi- rino al riutilizzo delle materie, ne riducano gli scarti e l’impatto ambientale. Questo concetto riguarda anche l’utilizzo energetico della tecno- logia, riducendone il consumo e le emissioni di CO2 per evitare l’esaurimento e il degrado delle risorse naturali. Su questo punto, indica il docu- mento, tecnologie come l’Intelligenza Artificiale e l’Additive Manufacturing possono giocare un ruolo cruciale. Infine, la resilienza ossia la necessità che la pro- duzione industriale riesca meglio a resistere alle crisi economiche che ciclicamente interessano anche l’industria. Questo nuovo approccio ri- chiede di sviluppare “catene di valore strategico sufficientemente resilienti, capacità di produ- zione adattabile e processi aziendali flessibili, specialmente dove le catene di valore servono bisogni umani fondamentali, come la sanità o la sicurezza”. @lurossi_71

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