Italia 4.0 2020

19 ITALIA 4.0 2020 fermano essere un tasto molto debo- le. Gli investimenti in ricerca pubblica renderebbero più forte, utile ed effi- cace il ruolo dei Competence Center e dei soggetti di intermediazione in tutti gli altri settori tecnologici”. Ri- porta la questione all’Italia Pisino che sottolinea il divieto di replica assoluta di un progetto estero ma “pensare ai fondi messi a disposizione dal Recove- ry fund per creare quel progetto am- bizioso da dedicare al trasferimento tecnologico”. Il CEO di CIM4.0 sottoli- nea il fatto che “con gli ‘spiccioli’ stia- mo cercando di fare molto e il Reco- very fund rappresenta una opportu- nità per fare un passo più ambizioso”. E, proprio su questo punto, Cattorini centra il focus sul funzionamento dei Competence Center e dei Digital Innovation Hub, nati circa un anno e mezzo fa. “Il Recovery fund sarebbe l’occasione per allargare l’ecosiste- ma di innovazione e il trasferimento tecnologico”. Afferma di essere sulla strada giusta anche Panzieri. Anche il referente di Cyber 4.0 concorda che il Fraunhofer e i Competence Center siano due cose differenti e sottolinea come “la rete dei Competence Center potrà svolgere un ruolo ancora più importante attraverso una maggiore cooperazione di quanto avvenga oggi in Germania. Preoccupiamoci di capi- re cosa serva realmente all’Italia. Pen- so si sia sulla giusta strada”, afferma Panzieri. L’Italia segua la sua rete Taish e Vatta hanno raccolto il pun- to e detto la loro. Il presidente di Ma- de conosce bene la storia e il ruolo dei Fraunhofer e si lancia in una meticolosa descrizione e confronto. “Quando ab- biamo lanciato i Competence Center, i Digital Innovation Hub, il piano indu- stria 4.0, la cabina di regia dell’epoca ha studiato i modelli di trasferimento tecnologico dell’industria 4.0 in Francia, Germania, Inghilterra, attraverso inter- viste sul posto. Il modello che ne è deri- vato è quello degli attuali Competence Center e dei Digital Innovation Hub, ri- tenuto il migliore per il sistema Italia in quel momento storico di startup in co- struzione della rete per il trasferimento di tecnologia”, dice il presidente Made che affronta anche il tema della legal entity dei Fraunhofer. “È vero che sono un’unica legal entity, ma sono istituti indipendenti l’uno dall’altro in base ai temi che affrontano. Ci sono Fraunho- fer che si occupano di manifattura, altri di materiali, di biologia, di scienza della vita ecc. Una gamma di offerta ampia che li rende cross settoriali. Ma se an- diamo a contare gli istituti che in Ger- mania si occupano di manifattura sono inferiori agli otto italiani. Inoltre - preci- sa - gli istituti sono in competizione tra loro. Quindi attenzione quando si affer- ma che in Germania esiste uno sportello unico; semplicemente condividono co- sti generali di amministrazione. Il loro livello di collaborazione, infine, non è paragonabile a quello degli otto Com- petence Center italiani”. Taish precisa che gli sportelli unici, in Italia, esistono già e sono rappresentati dai Digital In- novation Hub che fanno rete sul terri- torio orientando le imprese, specie PMI, verso il Competence Center più idoneo a soddisfare le richieste. Infine, una ne- cessità. Per Taish sarebbe il caso di pen- sare alla creazione di nuovi Competen- ce Center specializzati in altri settori di mercato come per esempio agricoltura, fashion e Pubblica amministrazione. Raccoglie la parola Vatta e sul temine rete dice la sua. “I temi sono: ‘Come parlare alle imprese’ e ‘Come trovare la giusta soluzione’. Sul primo tema serve fare formazione mentre la risposta al secondo tema, a mio parere, non cre- do vada ricercata in una grande rete, trovo sia ridondante perché ognuno di noi Competence Center ha già una rete ampia nella quale trovare tutte le risposte. Piuttosto - conclude Vatta - la rete va ottimizzata, istruita e che sappia parlare una lingua comprensibile alle aziende”. @stefano_belviol

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