Italia 4.0 2019

36 ITALIA 4.0 2019 diCarmelaIgnaccolo Superare ilmodello lineare, per implementareazioni virtuose ingradodi ridurregli sprechi epotenziare l’utilizzodimaterieprime seconde, puòconsentirealle impresedi ridurre i costi edi esserepiù competitive. Apatto, però, che si accorci il cicloeconomicodel payback D alla linea al cerchio. Sarebbe questo l’obiettivo (utopistico) che supporta oggi le scelte ambientaliste proiettate verso l’eco- nomia circolare. Di fatto - precisa più realistico Fabio Iraldo dell’Istituto Sant’Anna di Pisa - sarebbe già una conquista superare il modello lineare e arrotondare un po’ la retta, in modo che almeno una parte delle risorse non vadano spreca- te, divenendo rifiuti, ma recuperate e immesse nuovamente in circolo. Prima di esaminare da vicino quale sia lo stato dell’arte delle aziende italia- ne in tema di economia circolare, sarà bene definirne il perimetro, definen- do cosa essa non è. In primo luogo non è un obbligo di leg- ge, e questo nonostante da più parti sia espressa l’esigenza di una normativa sul tema. E non è neanche una moda contemporanea: esiste da secoli. Non è limitata al riciclo o al recupero dei rifiuti: il discorso infatti comprende anche la riduzione dei consumi e la de- materializzazione. Infine non è solo ap- pannaggio delle grandi imprese. Anzi: spesso le performance più incoraggian- ti appartengono a realtà piccole. PMI ed economia circolare Le opportunità per le aziende Per inserirsi nel processo virtuoso della circolarità, le imprese possono attingere ad un ampio ventaglio di possibilità, lavorando per esempio sull’Ecodesign e progettando il pro- dotto in modo che sia più facilmente smontabile, scomponibile e, quindi, riciclabile. Possono anche puntare sull’utilizzo di materie prime seconde, sull’Efficienta- mento dei processi o sul Product servi- ce system (non vendere più il prodotto ma il servizio). Infine c’è la strada della Simbiosi industriale: collaborare con

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