Venture capital per startup nel Fondo Nazionale Innovazione
18/03/2019
venture capital startup Fondo Nazionale Innovazione FNI

E’ stato presentato lo scorso 4 marzo a Torino il Fondo Nazionale Innovazione (FNI), strumento voluto dal ministro dello Sviluppo economico e del lavoro Luigi Di Maio che stanzia una dotazione iniziale di 1 miliardo di euro tramite iniziative di Venture Capital per le startup italiane. Il Fondo verrà gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti, tramite una cabina di regia con il compito di riunire e moltiplicare risorse pubbliche e private dedicate al tema strategico dell’innovazione.

FNI è un soggetto multifondo che opera eslcusivamente attraverso lo strumento operativo di intervento rappresentato dal Venture Capital, ovvero investimenti diretti e indiretti in minoranze qualificate nel capitale di imprese innovative, con fondi generalisti, verticali o Fondi di fondi, a supporto di startup, scaleup e PMI innovative. Una realtà che in Italia conta già quasi 10.000 startup e che dà lavoro a circa 54.000 persone. L’aumento degli investimenti nel 2018 ha superato i 520 milioni di euro, e dall’inizio del 2019 sono già stati investiti 57 milioni in startup.

Alla nascita del FNI sono state accompagnate alcune misure, come la creazione di una asset class autonoma di Venture capital, che ora esiste pertanto per legge, laddove in precedenza risultava solo come sottocapitolo del Private equity. Il Governo ha inoltre pensato di incentivare i gestori di grandi patrimoni a investire nella nuova asset class, incrementando con la Legge di Bilancio 2019 dal 5 al 10% la quota patrimoniale investibile in esenzione fiscale a patto che il 5% addizionale venga investito in azionario, in fondi PIR (Piani individuali di risparmio, i cui gestori dovranno allocare il 3,5% della raccolta in Venture Capital per poter godere dell’esenzione sulla tassazione del capital gain) e in fondi Venture Capital. Infine, il FNI non opererà più sotto la gestione del Fondo Italiano di Investimento, legato al mondo bancario, ma all’interno di Invitalia Ventures, che avrà un nuovo assetto e viene trasferita sotto l’ombrello di CDP.

In aggiunta ai flussi generati dalle misure di cui sopra, il FNI verrà quindi alimentato da un versamento annuale stabilito per legge, pari al 15% del ricavato dai dividendi delle partecipate statali, a cui si aggiunge una dotazione iniziale di 400 milioni di euro come contributo di CDP. La creazione del FNI, mira ad attrarre in Italia grandi e qualificati operatori e investitori Venture Capital europei e internazionali, inclusi Fondi Sovrani, e grandi aziende internazionali, rafforzando la competitività del nostro Paese. Il progetto punta a effettuare e suscitare investimenti complessivi per 5 miliardi di euro in cinque anni. Obiettivo è fare dell’Italia una Smart Nation puntando sull’innovazione portata dal nostro tessuto imprenditoriale, creando lavoro qualificato e opportunità di crescita per nuovi talenti e imprenditori.

Se Industria 4.0 si è focalizzata sull’implementazione delle tecnologie abilitanti, l’Industria 5.0 si estende ed abbraccia le problematiche socio-ecologiche.

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