Tecnologie per il legno, +31,9% nel II trimestre 2017
28/08/2017

I risultati della tradizionale indagine congiunturale dell’Ufficio studi Acimall (Associazione costruttori italiani macchine ed accessori per la lavorazione del legno) sull’andamento del secondo trimestre 2017 è certamente il modo migliore per chiudere la prima metà dell’anno: i dati confermano la situazione di ottima salute di questo segmento di questo mercato. Il periodo aprile-giugno segna importanti tassi di crescita degli ordini, che complessivamente arrivano a quota più 31,9% rispetto allo stesso periodo del 2016 (era +22,2% nel precedente trimestre). A comporre il dato, come sempre, gli ordini da oltre confine, che in questi tre mesi sono cresciuti del 34,8%, e il buon +18,7% dal mercato italiano, che ‘risorge’ dopo il -3,6% del gennaio-marzo 2017. Un andamento certamente originato dalla attesa circolare applicativa sulle modalità per accedere agli iperammortamenti previsti dal provvedimento del governo italiano in materia di Industria 4.0, diffusi a fine marzo, che solo ora iniziano a stimolare l’interesse degli utilizzatori di tecnologie, un interesse che l’Ufficio studi di Acimall si attende diventi concreto, facendo così sentire i propri benefici effetti, nella seconda metà dell’anno.

Per quanto riguarda il carnet ordini l’indagine della associazione confindustriale dei costruttori di macchine per il legno e i suoi derivati rileva un periodo pari a 3 mesi, lo stesso valore dei due trimestri precedenti; la variazione dei prezzi dal primo gennaio è dell’1,1% (era lo 0,9% al 30 marzo).
L’indagine previsionale è ancora improntata a un discreto ottimismo: il 50% degli intervistati è convinto che nei prossimi mesi la domanda dall’estero crescerà ancora (era il 44% nel gennaio-marzo), mentre per il 50% il trend sarà stazionario (56% nella rilevazione precedente; saldo pari a 50, contro il 44 del trimestre gennaio-marzo 2017). Ottimismo anche sul versante interno: il 13% del campione vede una stagione di crescita (era il 17% nel primo trimestre), l’81% propende per una sostanziale stabilità (78%) e solo il 6% pensa a una diminuzione, un punto percentuale in più rispetto al trimestre precedente. Il saldo si attesta a +7, contro il +1 dell’ultimo trimestre 2016.
Si può dunque parlare di un clima sereno e di un comparto industriale che guarda a un futuro improntato alla stabilità.

Se Industria 4.0 si è focalizzata sull’implementazione delle tecnologie abilitanti, l’Industria 5.0 si estende ed abbraccia le problematiche socio-ecologiche.

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