Stampanti 3D Gimac con robot ABB nel riciclo della plastica
30/09/2020
ABB Gimac Robot_irb_460

Gimac punta allo sviluppo di una stampante 3D che grazie alla sinergia con i robot di ABB possa essere immessa sul mercato per il riutilizzo intelligente della plastica.

La frequentazione di Gimac con la stampa 3D risale agli anni ’80, fin dalla sua fondazione: all’epoca, l’azienda di Castronno (Varese), per realizzare a uso interno un particolare pezzo (e poi anche per risolvere un problema nel settore occhialeria), realizzò una macchina che depositava una quantità minima necessaria di materiale strutturale con una topologia funzionale alle forme da ottenere, per poi fresare il poco materiale in eccesso. Si trattava di una delle primissime forme di stampante 3D da materiale fuso.

Cinque anni fa Simone Maccagnan, figlio del fondatore Giorgio, confrontandosi con il CNR su un’applicazione di stampa additiva dei metalli scopre quindi che i tecnici dell’istituto impiegano un robot ABB per movimentare la testa di deposito del materiale, al posto della tradizionale struttura cartesiana utilizzata in Gimac. L’azienda acquista allora il primo robot ABB, un modello IRB 460, impegnandosi a pieno nel mondo dell’additive manufacturing.

Tiziano Vudafieri Wilhelm LampE’ quindi nel mondo del design che la tecnologia additiva di Gimac trova un importante affaccio, grazie anche alla visione dell’architetto milanese Tiziano Vudafieri con cui realizza la Wilhelm Lamp, utilizzando il policarbonato riciclato di LATI. Simone Maccagnan fa quindi la conoscenza di Rossana Orlandi che, nell’ambito del progetto ‘guiltless plastic’ della Milan Design Week 2019, introduce la tecnologia e il suo potenziale applicativo nell’ambito del riciclo ad altri nomi di spicco come Piero e Francesco Lissoni, Barnaba Fornasetti e Brodie Neill.

“Con Rossana Orlandi abbiamo sviluppato una collaborazione molto stretta – racconta Maccagnan -. Abituata a pensare in grande, Rossana è schierata a difesa dell’uso responsabile delle risorse e in particolare della plastica, promuovendo il buonsenso nella valutazione e nell’utilizzo di una materia così diffusa e facilmente riutilizzabile”.

Oggi Gimac ha già avviato la seconda fase del progetto, cioè realizzare un robot di stampa 3D vendibile. Il robot IRB 6700 sarà il cuore di una macchina in grado di muovere sia l’estrusore sia il pezzo, proposta sia in una versione semplificata accessibile a tutti e sia come modello più sofisticato, eventualmente con due assi aggiuntivi, destinato ai costruttori di macchine.

Simone Maccagnan GimacInfine, la terza fase punterà a un mercato più ampio, come spiega Maccagnan: “La nostra idea è razionalizzare il più possibile la stampante robotica per arrivare a un sistema in grado di realizzare oggetti utili per tutti. In altri termini, puntiamo a sviluppare un dispositivo di base che dia origine a un nuovo mercato: mettere in circolazione una stampante ogni tremila persone circa per accorciare la filiera del riciclaggio della plastica. Oggi la stampa 3D è ancora l’equivalente della vecchia stampa con la pressa, mentre noi stiamo pensando alla stampante da casa. In questo abbiamo avuto la fortuna di conoscere ABB, trovando nelle sue persone una grande apertura mentale verso lo sviluppo di nuove soluzioni. Sono convinto che in questo momento abbiamo la possibilità di realizzare un prodotto che abbia numeri di mercato più grandi. Per farlo servirà reingegnerizzare alcuni componenti, il robot dovrà essere pienamente collaborativo, magari più leggero, non necessariamente un braccio antropomorfo. Sono convinto che potremo fare questo percorso insieme ad ABB”.

 

 

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