Settore IT italiano: più di 87.000 aziende e 430.000 addetti
19/12/2017

“In Italia l’Information Technology è un settore strategico che contribuisce in modo rilevante al Pil con il 3,7% del valore aggiunto. È caratterizzato da una elevata produttività e dal fatto di occupare in prevalenza giovani in buna parte laureati. Il settore IT è uscito dalla crisi 2008 -2014 grazie a un processo di trasformazione evolutiva che ha generato grandi potenzialità innovative ed elevate competenze, cruciali per sostenere la digitalizzazione del Paese”.
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Questo il commento di Stefano Pileri, presidente di Anitec-Assinform, alla presentazione a Roma dello studio Il settore IT in Italia, condotto da Anitec-Assinform in collaborazione con Istat e NetConsulting cube. La ricerca parte dall’analisi dell’impatto delle crisi recessive sul settore IT per poi analizzarne la capacità di reagire, rinnovarsi e candidarsi come motore di crescita.
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Il settore IT italiano conta oggi più di 87.000 aziende e 430.000 addetti (pari al 2% delle imprese e al 2,7% degli occupati in Italia), per un valore aggiunto prodotto pari al 3,7% del PIL. Si segnala inoltre il primato del comparto dei servizi IT (74% delle imprese e 54% degli addetti del settore) su quelli del software (22% delle imprese e 32% degli addetti) e dell’hardware (4% e 13%).
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La dimensione delle aziende IT rimane limitata (in media 4,9 addetti), con il risvolto che le grandi (oltre 250 addetti) realizzano non più del 41% del valore aggiunto, mentre la produttività del lavoro per addetto è superiore del 40% al resto dell’economia. 6 aziende IT su 10 non hanno più di 10 anni, con punte nel comparto dei Servizi e quasi il 60% di valore aggiunto viene da imprese che hanno meno di 16 anni.
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Passando invece alle previsioni per il futuro, per il 2017 il 78% delle realtà IT prevede una crescita: il 28% con andamenti stabili o in lieve aumento, il 24% con crescite fra il 2,5 e il 5% e il 26% con incrementi superiori al 5%, pur permanendo la vulnerabilità delle aziende più piccole.
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L’evoluzione dell’offerta inoltre è sempre più improntata a un mix consulenza-software, per accompagnare la clientela nella Digital Transformation e con un focus spinto sul cloud e sulle componenti degli ambiti IoT, Industry 4.0, Mobile/App, Big Data/Analytics e sugli applicativi verticali a supporto del core business. I freni alla competitività delle imprese IT sono individuati soprattutto nella qualità delle connessioni (25,3%), nella bassa innovatività della domanda (23,7%), nella difficoltà di accedere a incentivazioni (12,8%) e nella carenza di competenze e di supporto dei sistemi locali.
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settore it
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L’indicazione dei fattori di crescita delle imprese IT vedono invece spiccare le iniziative di trasformazione delle stesse aziende IT (53,1%), le incentivazioni regionali all’innovazione (27%), il Piano Nazionale Banda Ultralarga (58,2%), le iniziative Industria 4.0 (38%) e più in generale la propensione alla digitalizzazione della clientela.
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Il quadro complessivo dà conto di un settore dove l’incidenza delle strategie di Digital Transformation cresce con la dimensione delle aziende, dove le imprese impegnate nella trasformazione digitale credono in un processo che coinvolge i clienti e non guardano solo ai trend dell’economia, dove cloud e Digital Enabler sono al centro di tutti gli ambiti di innovazione di prodotto, di servizio e anche di marketing.
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E ancora dove le imprese più impegnate nella Digital Transformation hanno maggiori prospettive di sviluppo. E’ significativo infatti che abbiano in atto iniziative al riguardo almeno 5 aziende IT su 10 in crescita e 2 su 10 tra le stabili, a fronte di 1 su 100 tra quelle che prevedono calo del business.
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Tutto questo, tenendo conto del peso e del ruolo del settore IT, e della sua ancora eccessiva frammentazione, porta non solo a invocare ulteriore impulso alle iniziative di digitalizzazione già varate dall’Agenda Digitale al Piano Banda Ultralarga a Industria 4.0, ma anche intraprendere ulteriori iniziative.
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Tra queste ridurre l’eterogeneità di specializzazione settoriale e i disequilibri territoriali, stimolare la diffusione dei processi di trasformazione digitale nello stesso IT, rafforzare le circolarità virtuose tra domanda e offerta evoluta di IT, aumentare qualità e diffusione di competenze e cultura digitali e, infine, incoraggiare la crescita dell’offerta cloud, che per sua natura può favorire la diffusione di applicazioni nelle PMI.

Se Industria 4.0 si è focalizzata sull’implementazione delle tecnologie abilitanti, l’Industria 5.0 si estende ed abbraccia le problematiche socio-ecologiche.

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