Realtà Aumentata con PTC per colmare il gap skill
21/10/2019
competenze realtà aumentata PTC

L’impiego di nuove tecnologie digitali è essenziale secondo l’ultimo report 2019 del World Manufacturing Forum per la creazione di nuovi modelli di training nel manifatturiero. Un mondo che è alle prese con la grande sfida della forza lavoro, con una stima di circa 2,4 milioni di posizioni vacanti nei prossimi dieci anni. Secondo uno studio della National Association of Manufacturers, menzionato nel report, la prima difficoltà delle imprese nel 2019 è invece quella di attrarre e mantenere manodopera qualificata. Se nel 2015 erano infatti sufficienti in media 70 giorni per trovare un lavoratore adatto a ricoprire una certa mansione tecnica, nel 2019 la media è salita a 93 giorni. Non solo l’automazione crescente alza l’asticella delle competenze richieste, infatti, ma genera la domanda di nuovi profili e set di competenze.

Il report avanza quindi due raccomandazioni, quella di impiegare le tecnologie innovative per erogare nuove forme di formazione e concentrare le attività sull’apprendimento di skill rilevanti. PTC viene quindi citata grazie all’impiego della realtà aumentata per sostituire i tradizionali metodi di apprendimento ‘just-in-case’ con un tipo di apprendimento ‘just-in-time’. La realtà virtuale consente infatti di abbandonare la formazione in aula, in cui agli allievi vengono sottoposte più nozioni e informazioni possibili nella speranza che poi queste verranno ricordate e impiegate in caso di bisogno (apprendimento just-in-case), modello dispendioso, che avviene al di fuori del contesto di effettivo utilizzo delle informazioni e poco efficace.

Una metodologia più efficiente impiega l’apprendimento in campo grazie all’affiancamento di operatori esperti, metodo però costoso e che crea colli di bottiglia e sfrutta prezioso tempo delle risorse in azienda. La realtà aumentata risolve quindi il problema dello sviluppo delle competenze della manodopera in maniera più agile su molti fronti, impiegando un modello di apprendimento just-in-time scalabile e immersivo. Grazie ai dispositivi AR un operatore riceve istruzioni di lavoro virtuali on-demand in maniera mirata e contestualizzata, riducendo il carico di nozioni tipico del modello in aula. L’interazione virtuale con un gemello digitale di una macchina o di un sistema è quindi un potente strumento di formazione valido per ambienti di produzione e operazioni di service e manutenzione.

La possibilità di interagire da remoto con tecnici esperti consente inoltre di rendere rapidamente disponibile su scala globale l’expertise posseduta, grazie a una collaborazione virtuale che permette a tecnici meno preparati di svolgere e completare anche problemi complessi grazie al trasferimento di conoscenza in tempo reale. Infine, è possibile sfruttare i sensori impiegati dai dispositivi di AR, telecamere, GPS, accelerometri, per catturare e mappare i processi e i flussi di lavoro degli operatori, abilitando un passaggio di conoscenza ancora più efficace grazie a sessioni di training esperienziale appositamente costruite per chi deve essere formato.

Infine, le aziende che già fanno impiego della AR citano la tecnologia quale asset critico e strategico per attrarre i giovani, oltreché per ridurre i tempi di integrazione dei nuovi assunti, con una riduzione generale degli errori di servizio e un miglioramento del first-time-fix rate.

Se Industria 4.0 si è focalizzata sull’implementazione delle tecnologie abilitanti, l’Industria 5.0 si estende ed abbraccia le problematiche socio-ecologiche.

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