Lavori emergenti 2018 nel mondo IT, ecco quali
27/12/2017
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Forti attese nel 2018 per i lavori emergenti che potrebbero aprirsi nel variegato mondo dell’Information technology, legati a Industria 4.0 ma anche al GDPR. Le figure emergenti saranno in particolare esperti di blockchain e di privacy, specialisti di intelligenza artificiale e di media digitali. Opportunità occupazionali sostenute anche dal bonus per le assunzioni di giovani a tempo indeterminato da parte delle imprese previsto nella legge di Bilancio.
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L’incentivo per il 2018 prevede il dimezzamento dei contributi previdenziali per un triennio, per un tetto massimo annuo di 3 mila euro, per assunzioni a tempo indeterminato di under 35, limite che scenderà a 30 nel 2019. L’agevolazione potrebbe creare secondo le attese del governo 423.800 posti di lavoro stabili nel 2018. In dettaglio, se in valore assoluto le professioni più richieste restano figure tradizionali, cuochi, commessi di negozio, impiegati, infermieri e tecnici di laboratorio, in previsione nei prossimi tre anni a crescere maggiormente sarà però la domanda di figure professionali high skill, +29% rispetto al 21% di quelle low skill e del 16% dei profili intermedi.
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Per Manpower si tratterà di professioni quali software developer e ingegneri della logistica, mentre negli annunci del portale Monster.it nel 2018 si prevede una crescita del 20% di big data, sicurezza e IT. In particolare, tra i profili in maggiore crescita nel 2018 spicca il data protection officer, responsabile della protezione dati introdotto dal GDPR, regolamento europeo sulla privacy in vigore dal 25 maggio 2018. Altra figura ‘calda’ sarà quindi quella del project manager Industria 4.0, al quale saranno richieste competenze ed esperienza in algoritmi predittivi e analisi dei big data.
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Si registra infine ancora un mismatch tra domanda e offerta, con figure introvabili sul mercato del lavoro quali tecnici informatici, fisici, chimici e ingegneri al di sotto dei 30 anni. “Sono ancora troppi i ragazzi italiani – ricorda a proposito l’Ocse nel report Getting skills right da poco pubblicato – che si formano su tecnologie ormai obsolete e per questo non sono candidati appetibili sul mercato del lavoro”. La situazione rimane quindi critica per i giovani, con il tasso di disoccupazione per i 15-34enni al 21,4%, ancora tra i più alti in Europa, seppur in calo rispetto al picco del 2014 (24,9%). In conclusione, come ha di recente evidenziato il Centro studi di Confindustria, “la scarsa occupazione giovanile riduce nel lungo periodo la forza lavoro. Gli sgravi della legge di bilancio vanno nella giusta direzione, ma è urgente anche rafforzare le politiche per far entrare più giovani sul mercato”.

Se Industria 4.0 si è focalizzata sull’implementazione delle tecnologie abilitanti, l’Industria 5.0 si estende ed abbraccia le problematiche socio-ecologiche.

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