Il cloud computing in Italia nello studio Ambrosetti e Microsoft
29/09/2020
Ambrosetti Microsoft cloud computing

The European House – Ambrosetti e Microsoft Italia hanno presentato i risultati della ricerca qualitativa ‘L’impatto del Cloud computing sul sistema Paese e sul modo di fare impresa in Italia’. In un contesto nazionale in cui il cloud computing è adottato dal 22,5% delle aziende, il campione della ricerca si dimostra particolarmente virtuoso, con ben l’81,3% che afferma di farne uso.

Di queste, il 31,9% ne fa impiego come risorsa strategica, tecnologia abilitante la trasformazione digitale in azienda, mentre il 49,4% utilizza solamente servizi cloud accessori, adottati per rispondere a necessità contingenti. Le percentuali cambiano se si considerano solo le grandi aziende (il 47,6% dei rispondenti), dove a utilizzare già soluzioni di cloud computing è il 94% del totale. Guardando invece alle PMI, il 30,4% dichiara di non aver adottato alcun tipo di soluzione di cloud computing, mentre solo il 17,4% considera il cloud computing una risorsa strategia per la crescita.

Per quanto concerne benefici e soddisfazione, il 97,1% degli utilizzatori si dice soddisfatto dei risultati ottenuti con il cloud computing, e per il 20,8% il principale beneficio avuto è la capacità di reagire in modo rapido al cambiamento. Il dato diventa di particolare rilievo se si pensa all’attuale pandemia, in cui la presenza di una infrastruttura adeguata ha permesso a molte aziende di attivare in tempi rapidi forme di lavoro da remoto. Alla domanda mirata sullo smart working, l’83% delle aziende ha infatti indicato il cloud quale principale abilitatore del lavoro da remoto e della continuità aziendale, tanto che l’83% dei rispondenti dichiara di avere intenzione di aumentare l’adozione di soluzioni cloud computing. A seguire compaiono quindi la migliore gestione dei picchi di lavoro (16,5%), il maggior controllo dei costi (16%) e l’incremento della sicurezza informatica (15,9%).

Gli alti costi di transizione sono invece il principale ostacolo all’adozione del cloud computing, per il 32,1% delle imprese che lo hanno adottato, percentuale che sale al 42,9% tra le PMI. In particolare, i rispondenti spiegano che se anche non è richiesto un investimento iniziale, i costi derivano dalle spese di consulenza IT e di adeguamento, ridisegno e transizione dei processi sul cloud. Seguono quindi le preoccupazioni per la gestione dei dati in termini di privacy (25,1%) e quelle legate alla preparazione del personale (20,2%). Il tema competenze si conferma quindi rilevante, dal momento che il 60% delle aziende che hanno implementato il cloud computing riteneva le proprie risorse non sufficientemente preparate nel periodo pre-adozione. Ragion per cui il 44,4% delle realtà ha investito nella formazione del personale IT, e il 23,8% ha esteso le attività di training a tutte le figure aziendali.

Lo studio ha infine valutato quale potrebbe essere l’impatto economico del cloud computing in Italia, nel rilancio della performance economica e dello sviluppo sociale del nostro Paese. Il cloud computing e i servizi annessi potrebbero difatti agire su ambiti cruciali come la Pubblica Amministrazione e le PMI, che oggi sono tra le principali vulnerabilità dell’economia italiana. Lo studio ha quindi calcolato che a fronte di un’operazione di modernizzazione e ottimizzazione dei data center della PA abilitato dall’adozione di soluzioni di cloud computing, sarebbe possibile generare un risparmio fino a 1,2 miliardi di euro all’anno. 
Se invece le PMI italiane raggiungessero il livello di adozione del cloud computing del Regno Unito – il Paese più avanzato da questo punto di vista in Europa – crescerebbero in media dello 0,22% anno su anno, contro una crescita dello 0,4% registrata nel periodo 2000-2019, generando una crescita del PIL di 20 miliardi di euro da qui al 2025.

Microsoft Italia e The European House – Ambrosetti individuano infine tre aree di intervento in tre ambiti chiave, prospettando delle linee guida per proposte di intervento concreto nella definizione di una politica cloud first.

  1. Pubblica Amministrazione – 
Semplificare la PA italiana e aumentare la sua efficacia nell’erogazione di servizi a cittadini e imprese sfruttando la leva della trasformazione digitale e le opportunità offerte dal Cloud Computing. In particolare, definire un Piano di Migrazione della PA sul Cloud di orizzonte triennale, accelerando il consolidamento delle infrastrutture IT esistenti anche in modalità ibrida e facendo leva sulle piattaforme di mercato offerte da tutti i cloud service providers certificati da AGID. La residenza dei dati in Italia e regole appropriate di governance, trasparenza, privacy, sicurezza e interoperabilità saranno in grado di garantire la sovranità digitale.
  2. PMI
 – Incentivare l’adozione di soluzioni di cloud computing da parte delle Piccole e Medie imprese italiane con particolare attenzione per le funzioni strategiche e i servizi a elevato valore aggiunto. In particolare, promuovere la transizione verso il cloud come elemento di riferimento nelle scelte delle PMI che vogliono accedere alle risorse del recente decreto attuativo Piano Transizione 4.0, volto a incentivare e supportare la competitività delle nostre imprese e valorizzare il Made in Italy.
  3. Competenze digitali
 – Sviluppare le competenze digitali della popolazione italiana, con particolare attenzione alle skills necessarie per la Data Economy e l’Intelligenza Artificiale. In particolare, creare un Piano integrato per lo sviluppo delle competenze digitali a 360°, che benefici del supporto degli attori privati dell’innovazione e che si rivolga a studenti, lavoratori e cittadini, attraverso la costruzione di programmi ad hoc per le scuole, il potenziamento del ruolo degli ITS, l’incremento del numero di laureati STEM, l’incentivazione di iniziative per l’aggiornamento e la riqualificazione delle competenze da parte delle PMI e di pratiche di lifelong learning da parte dei lavoratori.

Se Industria 4.0 si è focalizzata sull’implementazione delle tecnologie abilitanti, l’Industria 5.0 si estende ed abbraccia le problematiche socio-ecologiche.

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