Fabbriche Faro e inclusione nei quattro anni di presidenza di Viscardi del CFI
23/04/2019
Lighthouse Plant Viscardi

Al termine di un doppio mandato, per quattro anni alla guida del Cluster Fabbrica Intelligente, l’ex-presidente Gianluigi Viscardi traccia un bilancio molto positivo, orgoglioso dei risultati raggiunti. Viscardi passa il testimone a Luca Manuelli, CDO in Ansaldo Energia e oggi nuovo presidente del cluster, nominato all’ultima Mecspe di Parma.

Il cluster vanta oggi quasi 300 soci, e oltre 500 aderenti, centrando a pieno l’intento perseguito da Viscardi: “Uno degli obiettivi principali che mi ero posto all’inizio del mio mandato era che il cluster Fabbrica Intelligente fosse davvero inclusivo, diventando una comunità in grado di coinvolgere le imprese, i territori, le università, i centri di ricerca e il mondo associativo. Tutti questi soggetti devono lavorare insieme in direzione di un unico obiettivo, il futuro sostenibile del manifatturiero italiano”. Viscardi pur lasciando la presidenza non smetterà di portare il proprio contributo, restando come membro del comitato tecnico scientifico della Fabbrica Intelligente e nell’organo di coordinamento e gestione in qualità di rappresentante delle PMI.

Viscardi Fabbriche Faro Presenza che continuerà a svolgere un ruolo importante per il futuro del cluster, come ha lasciato intendere il nuovo presidente Manuelli nel suo discorso di investitura, felice di poter continuare a contare sulla leadership e sulla competenza di Viscardi quale asset importante per l’ulteriore sviluppo. L’impegno nell’internazionalizzazione è stata una delle linee forza della guida di Viscardi, insieme alla creazione dei Lighthouse Plant italiani, le Fabbriche Faro che fungono da punto di riferimento per la risoluzione di problemi pratici delle aziende grazie all’applicazione di tecnologie di Industria 4.0. “Il vantaggio concreto delle Fabbriche Faro – ha detto quindi Viscardi – è che contribuiscono a spingere la crescita di tutto l’indotto, dal momento che portano con sé l’intera filiera”. Ad oggi sono quattro i Lighthouse Plant italiani che indicano la via del manifatturiero avanzato, ABB, Ansaldo Energia, Tenova-Ori Martin e Hitachi, progetti selezionati dal cluster e a cui collabora il Mise, con un finanziamento a fondo perduto.

Nel sito ABB di Dalmine, in particolare, il progetto di Fabbrica Faro coinvolge in qualità di partner tecnologici le bergamasche Scaglia Indeva e Cosberg, l’azienda di Viscardi, oltre al consorzio Intellimech e all’università di Bergamo. La smart factory di ABB punta su linee multiprodotto automatizzate e flessibili, dove i processi produttivi sono tracciabili, trasparenti e interconnessi. Gli obiettivi da attesi da ABB sono l’incremento di efficienza delle linee, il miglioramento della formazione e la riduzione dei difetti, la maggiore ergonomia e il benessere dei lavoratori sulle linee grazie all’impiego di robot collaborativi, la manutenzione predittiva e analitica e la sicurezza.

ABB Dalmine Lighthouse Plant

Il progetto è partito due anni fa e si concluderà nel 2021, e prevede l’applicazione delle soluzioni digitali sia di ABB che dei partner. Per questo l’azienda sta investendo in una varietà di nuove tecnologie, non solo i già citati cobot, ma anche sensori e sistemi di controllo, stampanti 3D e gate elettronici per il controllo della difettosità, fino alle piattaforme di supply chain management per una riduzione del 30% dei tempi di approvvigionamento e l’ottimizzazione dei tempi di consegna.

Se Industria 4.0 si è focalizzata sull’implementazione delle tecnologie abilitanti, l’Industria 5.0 si estende ed abbraccia le problematiche socio-ecologiche.

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