Capsule sensorizzate e guida robot per endoscopia dall’Università di Pisa
04/12/2020
autocapsule endoscopia sensori Università Pisa

Si chiama Autocapsule il progetto partito a novembre e coordinato dall’Università di Pisa, che ha per oggetto una capsula sensorizzata per effettuare uno screening accurato dell’apparato digerente e contrastare le molteplici malattie che interessano questo tratto, ad oggi la prima causa di ricovero ospedaliero sia in Italia che in molti altri paesi industrializzati. La capsula è dotata di alto grado di autonomia ed è guidata dall’esterno da un braccio robotico.

Capsule sensorizzate con diverse funzionalità potranno essere sia impiantate nel tratto gastrointestinale per diverse settimane, al fine di monitorare un’area specifica, sia guidate tramite manipolazione magnetica da un braccio robotico per effettuare un’endoscopia ad alta precisione. Il ricco sistema di sensori a bordo delle capsule consentirà infatti di ottenere immagini ottiche e a micro-ultrasuoni, e di monitorare il pH e l’infiammazione, in modo da consentire la diagnosi precoce della malattia infiammatoria intestinale e del cancro del colon-retto, e monitorare l’efficacia delle cure.

iannaccone_università di PisaIl progetto Autocapsule è finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del pilastro Excellent Science del programma quadro Horizon 2020, e da un consorzio di enti di ricerca e imprese di cui fanno parte l’Università di Leeds, l’Università di Glasgow, IMEC, Quantavis. Il tutto è coordinato da Giuseppe Iannaccone, docente di Elettronica al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa.

Il gruppo di ricerca al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione si occuperà dello sviluppo dell’elettronica necessaria per pilotare i sensori, acquisire i segnali, comunicare con l’esterno e fornire potenza alla capsula in modo wireless attraverso il corpo umano. Elettronica che sarà tutta realizzata su chip, per occupare poco spazio e consumare poca potenza.

La visione di Autocapsule è di lungo termine e il progetto appena iniziato ha il compito di dimostrare la fattibilità della tecnologia. Oltre che da ingegneri, il consorzio che lavorerà al progetto sarà supportato da un gruppo di esperti clinici e da imprese nel settore biomedicale e robotico, in modo da poter avere un riscontro continuo sulla trasferibilità della ricerca nel settore clinico e industriale.

“Le sfide scientifiche e tecnologiche sono rilevanti – spiega infine Iannaccone –. La manipolazione magnetica della capsula dall’esterno, la collocazione di sensori multimodali in un ambiente estremamente compatto, il trasferimento di potenza e di dati tra capsule ed esterno senza fili attraverso i tessuti del corpo umano, la miniaturizzazione dell’elettronica di bordo. L’obiettivo all’orizzonte tuttavia è alto e di grande impatto sociale: rendere l’endoscopia più economica e semplice, quasi un esame ambulatoriale”.

Se Industria 4.0 si è focalizzata sull’implementazione delle tecnologie abilitanti, l’Industria 5.0 si estende ed abbraccia le problematiche socio-ecologiche.

BRAND POST
Telmotor

Telmotor, azienda specializzata nell’Industry Automation ed Energy and Lighting Solutions, oggi sceglie di operare secondo un doppio binario: valorizzare le…