Ancora poche donne nella forza lavoro ICT
28/07/2017

Sono multitasking, problem solving, collaborative e sanno lavorare in team, eppure le donne rappresentano solamente un sesto della forza lavoro attiva nel settore ICT in Europa.

Secondo una ricerca Eurostat, in Europa oltre 8 milioni di persone come specialisti ICT in Europa, di questi l’83,3% erano uomini e solo il 16,7% donne.

Per affrontare le sfide di Industry 4.0 e la terza rivoluzione industriale,  i settori delle ICT sono tra  quelli a più alta crescita, anche dal punto di vista occupazionale. In questi settori le donne, nonostante gli alti livelli di istruzione, sono ancora poco presenti soprattutto nelle mansioni più qualificate.

Le donne, comprese le studentesse, sono tutt’oggi ancora poco rappresentate nel mondo ICT. Secondo la stessa ricerca, infatti, nel periodo considerato dei 1.400 studenti iscritti in tecnologie dell’informazione e della comunicazione, le ragazze rappresentavano solo il 17% del totale.

All’interno dell’Unione europea il numero di professionisti in ambito ICT è passato dai 6,38 milioni (che rappresentavano il 3% della popolazione attiva) nel 2011 a 8,21 milioni nel 2016 (che rappresenta il 3,7% dell’occupazione totale).

L’addetto ICT è una professione che continua ad essere richiesta, anzi molto richiesta: secondo il 41% delle imprese che impiegano o cercheranno di impiegare professionisti dell’ICT  è molto difficile riempire i posti vacanti.

Dall’indagine Eurostat, i tre Stati membri Ue che contavano il maggior numero di specialisti ICT nel 2015 sono il Regno Unito, con 1,61 milioni di addetti che rappresentano il 5,1 per cento della sua popolazione attiva,  seguito da Germania, con 1,54 milioni di lavoratori – il 3,7% della forza lavoro, e la Francia con 1 milione di addetti che rappresentano il 3,8 per cento della sua forza lavoro.

I Paesi più orientati alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione risultano essere Finlandia e Svezia, dove rispettivamente il 6,6 e 6,3% della forza lavoro si dedica al settore. La Grecia, con l’1,4%, e la Romania, con il 2,0%, hanno le percentuali più basse di personale impegnato in questo settore.

A livello globale, secondo il rapporto 2016 dell’ITU (International Telecommunication Union) l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di ICT, solo il 19% dei manager ICT sono donne, rispetto alla media del 45% degli altri settori e soltanto il 9% degli sviluppatori di app sono donne. In Italia, il 32% delle donne non ha mai utilizzato Internet contro il 23,6% degli uomini.

Nel settore ICT, dunque, sulla parità di genere e sulle pari opportunità c’è ancora molto da lavorare. Forse, si potrà cambiare questa mentalità partendo dalla scuola.

Se Industria 4.0 si è focalizzata sull’implementazione delle tecnologie abilitanti, l’Industria 5.0 si estende ed abbraccia le problematiche socio-ecologiche.

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